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30 Nov
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Intervista all'autore - Valerio G. Cioccolini

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto a Roma, una delle città più antiche del mondo e a mio parere forse la più bella. Sono follemente innamorato della mia città, ho imparato a convivere anche con i suoi tanti difetti.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Sono cresciuto leggendo libri fantasy  come la saga di Deltora di Emily Rodda e “Le Cronache del Mondo Emerso” di Licia Troisi, dunque non posso che consigliarli anche alle generazioni future. Riescono nell'impresa di coinvolgerti e portarti in mondi alternativi dove è piacevole perdersi. Questo ben si sposa con la fantasia che caratterizza ognuno di noi nel periodo adolescenziale e che con libri di questo tipo trova terreno davvero fertile.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Io sono uno di quelli che nel confronto tra cartaceo ed ebook non esiterebbe a scegliere la prima opzione senza ombra di dubbio alcuno. E potrei motivare la cosa dando enfasi alla sensazione di riuscire a toccare anche con le mani oltre che con gli occhi ciò che si vuole leggere, sensazione che trovo particolarmente appagante. Eppure non sono così cieco da non accorgermi delle grandi potenzialità che il formato ebook può dare al mondo della scrittura. Sicuramente rappresenta il futuro del settore, sebbene in questo futuro sono convinto che anche il cartaceo troverà il suo spazio e sopravvivrà grazie soprattutto ai "nostalgici" come me.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Sicuramente un colpo di fulmine. Niente mi appassionava a scuola come i poeti, i filosofi e gli autori che mi ritrovavo a dover studiare. Con il tempo quel colpo di fulmine si è sviluppato in un amore sincero e ben solido.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La vita.
Sembrerà solo una risposta ad effetto, me ne rendo conto, eppure è proprio così. Non c'è mai stato un momento in cui ho pensato di mettermi a scrivere un libro di questo tipo, di iniziare, svolgere e concludere. Ogni poesia in esso racchiusa è frutto di un particolare momento o di un particolare stato d'animo della mia vita, dagli anni turbolenti dell'adolescenza a quelli più maturi e coscienti del dopo diploma. Li ho semplicemente raccolti e ho dato loro una parvenza di ordine. Questa è la storia di questo libro.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Non ho nessuna pretesa in tal senso, ma sono fiducioso che qualcuno potrà cogliere un messaggio personale dal mio scritto. Non tutti siamo uguali, ognuno di noi ha una visione differente della vita e del mondo. Questa è la mia.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Un po' entrambe le cose. C'è stato un momento in cui mi si sono aperti gli occhi e ho iniziato a valutare che potesse essere una strada da perseguire coscientemente, dopo che da tutta una vita avevo scritto solo per passatempo e senza neppure troppa attenzione per la forma. È stato in seguito all'ennesimo complimento dei professori di letteratura, agli incoraggiamenti di un amico, alla voglia di lasciare in qualche modo una traccia di me e dare uno sfogo alla mia fantasia che ho iniziato a scrivere con un obiettivo. Tutt'oggi non mi pento assolutamente di quella decisione.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo tanti diversi episodi, che sono poi episodi che hanno viziato la poesia a cui fanno riferimento. Per esempio il trenino malridotto e l'uomo protagonista della poesia La Canzone del Malandato, o la ragazza addormentata sul treno di Inno alla fugacità. Brevi, brevissimi scorci di vite che hanno incontrato la mia per caso ma che hanno in qualche modo lasciato un segno.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Come detto in precedenza, questo libro si è praticamente scritto da solo. Senza quasi accorgermene mi sono ritrovato per le mani poesie che avevo scritto per anni e a cui sarebbero bastati pochi accorgimenti per rendersi presentabili ad un pubblico. I dubbi sono sorti semmai alla fine. Considero la poesia un qualcosa di davvero intimo e renderlo pubblico era un passo che per compiere avrei dovuto prima ricacciare la timidezza. Se sono qui a parlarvi è perché ci sono riuscito.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
La mia particolare scelta ricade su Dante Alighieri. Mi sono ritrovato molto nel suo modo di concepire l'amore e rimasi affascinato dalla tecnica con cui era stata scritta la Commedia. La sua influenza la si può riscontrare senza difficoltà all'interno del mio libro, con tutte le volte che l'ho citato, nominato, fatto riferimento a lui o chiamato in causa direttamente, come nell'incipit.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La scrittura ormai sta varcando diversi confini, sperimentando nuovi mezzi per essere ancora più invasiva nelle nostre vite. L'audio-libro è uno di quei mezzi.
Un po' ci riporta al ricordo d'un clima onirico e pacifico, come quando la mamma ci raccontava le storie della buonanotte e noi nient'altro eravamo chiamati a fare se non prodigarci all'ascolto e all'immersione totale.
E dunque ora la sfida è per il lettore, che deve usufruirne sì, ma senza rischiare di "impigrirsi".
 
 
 

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Sabato, 30 Novembre 2019 | di @BookSprint Edizioni