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29 Ott
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Intervista all'autore - Simone Gastaldi

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Pinerolo, in provincia di Torino e sono cresciuto nella stessa città. Ho sempre amato viaggiare e questa passione mi ha spinto, negli anni, a conoscere realtà sensibilmente differenti in confronto alla mia. Sono stato due volte in India e altrettante ad Hong Kong, meta nella quale mi trasferirò entro la fine di quest'anno. In Europa ho avuto modo di visitare la Grecia, la Spagna, la Francia, l'Austria e, marginalmente, la Germania.
Attualmente vivo nella città collinare di San Pietro Val Lemina, luogo sicuramente suggestivo e caratteristico che ha favorito la fioritura del mio ultimo romanzo, capitolo conclusivo di un'intensa trilogia.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Non è semplice rispondere a questa domanda indicando un testo soltanto tra quelli che costellano l'incantevole volta della letteratura classica e moderna.
Sicuramente, consiglierei la lettura del "Codice di Perelà" di Aldo Palazzeschi, un romanzo futuristico estremamente originale in cui il protagonista è portato a scontrarsi con una realtà di mutevoli simpatie e reazioni al "diverso".
Altro autore che non posso fare a meno di citare è J.R.R. Tolkien che, con le sue opere, ha segnato profondamente il mondo della scrittura Fantasy apportando allo stesso il suo incommensurabile contributo.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Personalmente, adoro il profumo dei libri così come la sensazione della carta sotto alle dita e sono convinto che nessun'altra forma di lettura possa eguagliare il piacere dato dallo sfogliare un testo. Detto questo, l'epoca moderna nella quale viviamo sta chiaramente dimostrando la sua propensione nella direzione della tecnologia ed io mi ritengo favorevole agli eBook per la loro incredibile comodità d'uso e trasporto. Grazie ad un eReader è possibile avere sempre con sé migliaia di titoli disponibili in qualsiasi momento, leggibili in maniera personalizzata (caratteri di scrittura, dimensioni, sottolineature).
Viaggiare con un'intera libreria custodita in una piccola borsa a tracolla può solo essere considerato un regalo dell'evoluzione.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Il mio rapporto con la scrittura è così viscerale che non saprei dire con esattezza quando ebbe inizio. Seduto al banco di scuola della prima elementare, trascorrevo i miei intervalli a sforzarmi di scrivere il nome degli oggetti che mi circondavano e non c'è mai stato un solo momento nella mia vita in cui abbia "abbandonato" la penna.
La prima volta che tentai di scrivere un romanzo fu intorno al 2003/2004, quando non avevo che quattordici anni, forse ancora da compiere. Anno dopo anno, affinai la tecnica e portai a termine i miei studi filosofici accademici.
Oggi continuo ad applicarmi con passione e, con i miei inseparabili compagni, il dizionario dei sinonimi e contrari e il dizionario etimologico, proseguo nel percorso senza fine della scrittura.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
"Effluvi di una Nuova Era" rappresenta il capitolo conclusivo della trilogia "Memoriali di Urundal". Esso è l'epilogo di una storia estremamente ricca di contenuti, valori e vicissitudini avvincenti.
Quando scrissi il primo testo del mio trittico letterario, "L'alba degli Erranti", seguii una forza interiore, intrinseca al mio spirito, la quale mi sospinse nella direzione in cui potei "incontrare" i popoli di Urundal ed i miei amati Erranti.
Sono da sempre un accanito lettore e l'idea di scrivere qualcosa di mio pugno mi accompagnò fin dalla più tenera età. Il genere Fantasy mi ha consentito di affrontare tematiche delicate e argomenti sensibili con un tocco fresco e mai scontato. La "magia" ed il suo impiego mi hanno permesso di distinguermi da altri scrittori dello stesso genere poiché ho voluto rendere la stregoneria empirica e razionalizzabile perfettamente, senza però ledere in alcun modo il suo fascino "mistico".
Leggendo i miei libri ci si può immergere completamente in una realtà "altra" confronto alla nostra, la quale può sembrare distante ma è in verità estremamente vicina a ciò che siamo e ai luoghi in cui viviamo.
"Effluvi di una Nuova Era" e gli altri miei titoli pubblicati (e ancora da pubblicare) hanno un leitmotiv: l'originalità dei contenuti resi attraverso una forma meticolosamente studiata e scandagliata fino al più piccolo lemma al fine di creare innanzi agli occhi del lettore quei mondi che, per primo, hanno sedotto colui che li ha descritti.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Se potessi, rivolgerei questa domanda ai protagonisti del libro e lascerei che fossero loro a rispondere per me.
Sicuramente Avenistal parlerebbe dell'importanza della crescita individuale e di gruppo che può avvenire solo successivamente ad un'importante presa di consapevolezza. Egli direbbe che un messaggio per i lettori sarebbe senz'altro quello di abbandonare i preconcetti legati a qualsiasi cosa inerente ciò che è dentro e fuori di noi per raggiungere "l'essenza".
Selkhinal sosterrebbe quanto fondamentale sia nell'esistenza di ciascuno affrontare sé stessi ed accettarsi con le proprie forze e debolezze al fine di risorgere come fenici illuminate da un raggio di sole durante la tempesta.
Sièl ed il Fanciullo non esiterebbero ad affermare che il corpo, la mente e lo spirito dovrebbero operare all'unisono per elevare la propria vibrazione e che ciò sia la chiave per aprire le "porte dell'impossibile".
Vixar, così come Korontis, parlerebbe della resilienza e dell'attitudine a non cedere dinnanzi alle difficoltà, non certo perché "tutto andrà sempre e comunque bene" ma per poter arrivare al "dunque" con orgoglio, fierezza e a testa alta.
Yleis e Alaysia sussurrerebbero il significato dell'amore e poi ci metterebbero in guardia su ciò che esso può comportare. Rinunce, quotidiane scelte e rinnovate emozioni che, se basate su un sentimento reale, potrebbero stravolgere e rivoluzionare un'intera vita.
Bikselin ricorderebbe ai lettori l'importanza di sognare e il piacere risanatore che tutti dovrebbero concedersi nella vita, quello di ridere.
Maela accennerebbe ai sacrifici a cui siamo spesso tutti chiamati per poter raggiungere gli obbiettivi che ci siamo preposti e suggerirebbe a chi l'ascoltasse di non scorgere mai il proprio ostacolo finale davanti a quei veli che si fingono duri come insormontabili pareti di solida roccia.
A ogni modo, dovendo io dire la mia al posto degli Erranti, credo il messaggio più profondo per i lettori sia da scovare tra le pagine dei Memoriali.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura è stata sempre una costante per me. Il desiderio di divenire scrittore mi ha accompagnato durante tutte le fasi della mia vita ed ha rappresentato tanto un obbiettivo quanto uno stimolo per raggiungere lo stesso. Potrei definire questo amore come un percorso, innanzitutto di crescita interiore, che reputo destinato a durare finché avrò fiato.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Prestando la massima attenzione a non fare alcuno "spoiler", vorrei raccontare un simpatico aneddoto che richiede una rapida prefazione.
Da sempre, mi definisco come il primo lettore dei mie libri proprio perché, pur controllando meticolosamente lo stile e la forma di ciò che scrivo, non ho un potere altrettanto grande sulle storie dei miei personaggi. Potrebbe sembrare alquanto bizzarro, me ne rendo conto, ma quel che sapevo di questo lungo romanzo prima di scriverlo non erano che la conclusione e un paio di situazioni particolari. I due tomi che costituiscono "Effluvi di una Nuova Era" sono scaturiti dal racconto, uditivo, visivo e persino olfattivo, che i suoi protagonisti mi hanno permesso di vivere.
Creando il giusto vuoto intorno a me e "mettendomi in ascolto", accolgo il flusso e ciò che esso intende portarmi.
Ebbene, accadde un giorno che un personaggio secondario fu gravemente ferito e che, trovandomi a dover scegliere il suo destino, avvertii un persistente brivido lungo la schiena seguito dalla prepotente volontà del compagno di quello, quasi urlata, di salvargli la vita. Ripensandoci oggi posso dire che la decisione che presi cambiò il corso degli eventi andando a disegnare il finale che avevo sempre avuto in mente.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Non c'è stato un solo momento in questi anni in cui abbia pensato di non poter concludere i Memoriali di Urundal. Nonostante le difficoltà ed alcune battute d'arresto, la determinazione è sempre stata il cardine di tutti i miei romanzi.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Questa è nuovamente una domanda molto complicata. Se vogliamo attenerci al genere a cui appartengono i libri che ho pubblicato fino ad oggi, è di J.R.R. Tolkien che devo fare menzione. Maestro indiscusso del Fantasy, egli ha tutto il mio rispetto e la mia gratitudine per il suo splendido lascito al genere umano.
Da quando iniziai a scrivere "L'alba degli Erranti", scelsi di non leggere più romanzi fantastici per non incorrere nel rischio d'essere influenzato in qualsiasi modo dai loro contenuti e l'unica eccezione che feci riguardò proprio le opere di Tolkien.
Una altro scrittore di "ieri" che ho trovato incredibilmente affascinante è Asimov che, con la sua visione futuristica, fu predecessore di innovazioni che oggi ci circondano e di altre che, forse, faranno altrettanto "domani".
Parlando, invece, di autori ancora in vita, apprezzo l'originalissimo stile e la resa visiva dei libri di Andrea Camilleri, autore che scoprii nell'adolescenza, così come Sebastian Fitzek, esperto nel thriller psicologico e nell'uso dell'incipit in medias res.
Essendo io un amante della ricerca, attratto da che ho memoria da argomenti che mettono in discussione verità precostituite, reputo un grande piacere la lettura delle opere del contemporaneo Mauro Biglino.
Dovrei ampliare ulteriormente il mio elenco, ma non voglio dilungarmi troppo.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro costituisce uno strumento prezioso ed un'incredibile possibilità di avvicinare la letteratura a tutti quelli che non sentono la pulsione di leggere ma che avvertono in loro la mancanza di quelle realtà a cui i libri danno libero accesso.
Un sensibile aiuto viene fornito inoltre a chi, per le più disparate situazioni o condizioni, non può leggere ma non per questo intende rinunciare ad assaporare le storie custodite tra le pagine dei testi di ogni genere.
 
 
 
 
 

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Martedì, 29 Ottobre 2019 | di @BookSprint Edizioni