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01 Ago
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Intervista all'autore - Luciano Radi

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Sono sempre stato attratto dalla scrittura, ma non riuscivo a vincere l'impatto con la pagina bianca. Ho dovuto lavorare molto su di me per accettare quelle poche righe che riuscivo a scrivere. Un corso di scrittura creativa che ho frequentato mi ha dato la giusta spinta per continuare. Scrivo sempre a mano, lentamente, come uno scolaro indeciso, rievocando il profumo di gesso e inchiostro del primo giorno di scuola.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
L'atmosfera è quella tipica degli anni Cinquanta, dopoguerra, un po’ di povertà, ma una grande voglia di rinascere. Molti discorsi e alcune persone le ho volute ricordare, come anche situazioni che ho impresse nella mente.

3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Adoro il passato e ho voluto rivisitarlo con gli occhi di adesso.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Sono da sempre un osservatore, e, fin da bimbo cercavo con la fantasia di creare figure o cose da semplici graffiti sui muri. Il titolo mi è venuto d'istinto: sono ricorso agli angeli quasi per proteggere la protagonista dal mondo esterno.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
La terra che mi ospita è la Sardegna. Grazia Deledda ne è l'emblema. Una scrittura che va oltre i paesaggi , con tematiche mondiali, analisi scrupolosa dei personaggi. Una scrittrice attuale.
 
6. Ebook o cartaceo?
Carta senza dubbio. Niente di più bello del rumore di una pagina che ne rincorre un'altra.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Forse non è mai troppo tardi per costruirsi una carriera. La mia soddisfazione più grande è di essere riuscito a portare in fondo una cosa a cui tenevo.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea è nata da una vecchia foto che mi raffigurava a scuola in terza elementare insieme ad altri compagni. Sono stato colpito dall'espressione di disagio di una bimba con un fazzoletto in mano. Lei doveva essere la protagonista. Le ho dato un nome, e un destino.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sembra di vivere in una dimensione insolita. Sono sempre stato assalito da dubbi riguardo al fatto che non è facile, oggi, farsi leggere. L'importante è di avere scritto una fine. Ho riletto anch'io il libro e l'ho trovato dignitoso.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Luana Scanu, la mia trainer: un solo grazie non basta per come ha lavorato su di me.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Appartengo ad un'altra generazione, a volte mi è difficile usare il computer. Giusto o sbagliato il mondo si evolve. Io continuerò a sfogliare le pagine e, come me, tanti altri.
 
 
 

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