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03 Lug
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Intervista all'autore - Christian Scarda

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è un lavoro catartico. A volte ci sembra incomprensibile un po' tutto, che sia dentro o fuori di noi, quindi abbiamo bisogno di vedere le nostre idee, spesso sperando di avere la capacità di stabilizzarle.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
È presente più di quanto non sia presente nella mia vita reale, perché questo non è solo ciò che gli altri spesso non recepiscono di me, ma ciò che spesso non riesco a guardare neanche io.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ha significato vivere più e più volte lasciando le mie idee in un posto stabile e più longevo di me.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Come tante cose che riguardano la mia scrittura, è stata un'illuminazione. L'idea di questo mondo che esiste ma che non riusciamo a vedere, come i colori che sono visibili e tali solo grazie alla luce, così la verità è inesistente, ma al contempo vive, solo che noi non abbiamo la luce adatta per afferrarne il valore e il giusto concetto, così viviamo di verità che restano tali solo grazie alle illusioni, oppure siamo sempre alla ricerca di queste, quindi brancoliamo nel buio che è più sincero dato che rende tutto uguale e ci riporta alla natura, ma più pericoloso e quindi più spaventoso, dato che non ci permette di aggrapparci a nulla.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
È difficile sceglierne uno. Leggere è arricchirsi. Conoscere è arricchirsi. È come chiedermi se volessi molti soldi, ma nessun modo per spenderli.
Però trovo che ci siano autori e libri impossibili da non considerare tra le proprie scelte, come ''Delitto e castigo'', ''Uno, nessuno e centomila'' e, scegliendo una raccolta poetica, un irriverente ''L'amore è un cane che viene dall'inferno'' di Bukowski.
 
6. Ebook o cartaceo?
Io preferisco il cartaceo per svariati motivi. Il motivo più importante è la possibilità di vedere ciò che è entrato nella mia mente ancora come qualcosa fuori di me e quindi è un continuo riscavare tra pensieri, materia e anima, ma l'ebook può essere molto comodo, salvare tante piante ( in senso stretto) ed essere più economico, quindi c'è un perché rilevante per accettare ed amare entrambe le cose.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Quando mi pesavano i pensieri.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Io scrivo continuamente e a volte decido di dedicarmi ad una sola raccolta per avere qualcosa di più ordinato e non solo rime sparse. Prima di questa raccolta ho scritto moltissime poesie ed altre raccolte, ma per il momento ho deciso di pubblicare questa perché è in qualche modo legata alla prima raccolta che ho pubblicato, ma con più idee e nuove forme stilistiche. Ho deciso di inziarla quando vedendo un lumino in camera ho cominciato a pensare a cosa fosse il mondo buio, poi ho pensato all'interiorità e all'incapacità di trovare la verità e quindi di stabilirsi e accettare le cose. Ho così deciso di seguire questo flusso e iniziare una nuova raccolta che come tutto ciò che scrivo vive e si forma giorno per giorno in base a ciò che vivo e, quindi, ciò che provo.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È sempre una soddisfazione unica, per il semplice fatto che non è pubblico solo il libro, ma una parte di te, quindi lascerai a qualcuno la possibilità di trovarci qualcosa, di far sì che sia qualcosa di estetico, diventando così una forma d'arte, oppure facendo sentire qualcuno meno solo nei suoi dubbi e problemi, diventando una consolazione.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Direi io.
Oltre me non è mai stato letto da nessuno per intero, perché il lavoro resta una cosa molto intima finché non diventa pubblico, ma parti di quest'opera sono state fatte leggere da tutte le persone a me vicine.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non essendo avvezzo al genere di distribuzione, trovo ugualmente utile che ci siano sempre modi nuovi e differenti di diffondere la letteratura.

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Mercoledì, 03 Luglio 2019 | di @BookSprint Edizioni