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03 Giu
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Intervista all'autore - Siegfried Eckhardt

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in una cascina nei pressi di Merano, in Alto Adige. La mia cultura originale era pertanto di natura contadina con forte influenza della tradizione tirolese. Solo con le scuole superiori cominciai a conoscere il mondo al di fuori di queste radici. A diventare un giorno scrittore non ci pensavo lontanamente, allora. Solo dopo l'interruzione degli studi universitari in Svizzera e un travagliatissimo periodo della vita cominciai ad accostarmi alla scrittura, descrivendo, con intenti non professionali, queste esperienze talvolta drammatiche in un romanzo dal titolo "Ombre del passato", scritto in lingua tedesca.

2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Beh, adesso che sono in pensione ho un po’ più di tempo a disposizione e posso dedicare molte ore a questa passione. Prima potevo permettermi questo lusso solo per qualche ora la sera e nei fine settimana.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Una volta i miei autori preferiti appartenevano quasi tutti alla letteratura classica mondiale, ma oggi leggo praticamente solo testi saggistici, in primo luogo con la tematica sociale, come Leonardo Boff e Helder Camara della teologia della liberazione; oppure della psicologia come C.G. Jung, Newberg, Fromm e Larchet; oppure ancora il Dalai Lama e le Encicliche sociali cristiane a partire dal Rerum Novarum. Non che i romanzieri non trattino temi sociali importanti, il fatto è che questi temi vengono un po’ emarginati a vantaggio del sensazionalismo retorico o ideologico.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Il mio libro "Il Gene Divino" è, diciamo così, un'opera del caso o forse del destino. Dopo un'operazione di by-pass al cuore rimasi tra la vita e la morte. Al risveglio cominciai ad interrogarmi per la prima volta sul senso della vita. E come tutti gli uomini che s'interrogano sulla vita, cominciai a chiedermi: cosa viene dopo? Cosa è la morte? Finisce tutto lì? Ecco, questi pensieri portarono, dopo più di vent'anni di studi sulla cosmologia, sull'evoluzione, sulla fede e le religioni, sul comportamento sociale dell'uomo, al libro che ho pubblicato con il titolo sopra. Perché proprio questo titolo? Perché era in totale contrapposi-zione con "il gene egoista" di Richard Dawkins, il sostenitore della vita. Mi rifiutai di accettare che l'uomo e il nostro grandioso universo siano solo un prodotto del caso. Mi sono chiesto: se l'universo non ha potuto essersi creato da solo, l'avrà pure creato, o no? Vede, sono queste domande che hanno ispirato il mio libro - unitamente alla risposte che la scienza atea ha dato ad esse. Ed è proprio la copertina del mio libro che rispecchia la diversità delle concezioni sull'essenza uomo. Per l'ateo l'uomo è solo un perché è un prodotto del caso; mentre la virtuale consegna della terra dal Creatore nelle mani dell'uomo è un atto simbolico onnicomprensivo. Esso ci dice: Ecco, uomo, affido con fiducia la terra nelle tue mani, fanne il tempio del tuo corpo e della tua anima!
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale influisce sempre sull'uomo, in modo positivo o negativo. Nel primo periodo della mia vita essa non ha potuto che scrivere le "ombre del passato", mentre negli ultimi decenni di degrado sociale, di consumismo e di relativismo la vita poteva scrivere solo un'opera che si pone al centro la domanda: "come può l'uomo fermare il suo tramonto? Cosa posso fare io, un piccolo ingra-naggio di questa società alla deriva, per contribuire alla salvezza dell'uomo?
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me è certamente un modo per raccontare la realtà. Ma è innegabile che anche chi scrive per evadere dalla realtà trova una giustificazione nella sua ragione di vita. Uno che racconta il suo mondo della droga, dei delitti, della prostituzione o di altri mondi di ombre che si riflettono sulla sua vita, rivive in sé e trasmette ai suoi lettori le stesse emozioni di chi le descrive da semplice testimone per denunciare o fustigare questo mondo fuori dalla sua realtà.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Moltissimo, perché avendo vissuto un giorno in antitesi ai valori in cui ognuno vorrebbe rispecchiarsi, riconosco forse meglio le ombre che vi aleggiano opprimenti sui suoi protagonisti di quanto possano osservare coloro che ne sono semplici testimoni privilegiati. Diciamo così: chi è dentro un mondo, ne può dare una descrizione soggettiva, perché lo vive come protagonista, mentre un osservatore esterno lo vede solo come oggettivo..
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, due persone a me vicine: la compagna e un'amica. La prima come attrice passiva, perché mai ha interferito nel mio processo di analisi del fenomeno umano e sociale oggetto del mio libro; la seconda perché è stata la mia coscienza occulta nell'interpretare i momenti critici che mi hanno guidato attraverso lo studio dell'uomo spirituale nella sua storia.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alle due persone menzionate prima.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
In parte penso di sì, perché la tecnologia informatica avanza sempre di più e le generazioni dei giovani rifiutano tutto quanto è al di fuori di questo ambito.
Inoltre non si può tralasciare in quest'analisi il fattore costo.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che questo modo di comunicazione letteraria occuperà sempre più spazio, forse un giorno potrà soppiantare anche l'ebook. Mi ricordo che ai tempi in cui non esistevano ancora le tecnologie dell'informatica d'oggi, lessi dei libri su nastri magnetici per fare sì che anche i ciechi potessero avvicinarsi alla letteratura. Questo piccolo aiuto mi procurò tanta amicizia. Oggi, che la gente non si prende più nemmeno il tempo per leggere un buon libro, l'audiolibro forse sarà il mezzo del futuro per riportare i giovani alla lettura.
 
 
 
 

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Lunedì, 03 Giugno 2019 | di @BookSprint Edizioni