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29 Mag
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Intervista all'autore - Mariagrazia La Rosa

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Sono nata “con la penna in mano”: ho sempre amato scrivere sia in prosa che in poesia, fin dalle elementari. Nello scrivere non amo la sintesi e fatico a contenermi; quando scrivo sono come “un fiume in piena”, cerco di trasmettere le mie emozioni e non mi è facile imbrigliarle in poche parole. Poi rileggo… e di solito aggiungo!
Mi piace trasmettere emozioni gioiose: anzi, specialmente per scrivere le mie filastrocche (definirle poesie mi sembra eccessivo e irriverente), ho proprio bisogno di essere di buonumore, altrimenti “mi si asciuga la vena”, resto davanti allo schermo, versione moderna della pagina bianca, e “non esce” una riga… La poesia per me è anche un divertimento, mi piace giocare con le parole e la metrica, e cerco sempre la rima.
Altra storia è stata scrivere questi libri sulle crisi adottive, che raccontano storie molto serie e a volte drammatiche, ma sempre illuminate da una luce di speranza: storie che mi hanno coinvolto moltissimo e mi hanno spinto a cercare di trasmettere il grande coraggio di queste mamme, e il loro amore infinito. Vorrei che come me ogni lettore si immedesimasse in loro, sentisse il loro coraggio e facesse propria la loro grande forza d’animo.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Io sono una mamma naturale e adottiva, e nel confronto con altre mamme (e papà) ho incontrato tante storie: storie tutte diverse e tutte uguali per impegno, amore e speranza, ma alcune particolarmente difficili da affrontare, e a volte anche dolorose. Questo libro è il seguito del primo “M.A.D. Mamme Adottive Disperate – Storie complicate di adozioni difficili”, e continua a raccontarci proprio la “crisi adottiva” attraverso le conversazioni virtuali di queste mamme coraggiose.
Per quanto mi riguarda ho soltanto raccolto queste storie, ma il tessuto comune è quello della scelta adottiva e condivido, se non problemi così gravi, molte emozioni e motivazioni di queste mamme. Conoscerle mi ha permesso di far luce su alcuni comportamenti caratteristici dei bambini adottati; per approfondire questi aspetti mi sono rivolta anche all’Università Cattolica, che ha elaborato la ricerca riportata nell’appendice del libro, mettendo a fuoco aspetti dell’adozione che non conoscevo.
Queste mamme fanno parte ormai della mia vita reale, e sono per me carissime amiche ed esempi preziosissimi.
Dalle loro testimonianze, e dalla voce autorevole degli studiosi, ho capito che si possono presentare situazioni anche molto gravi, e che la causa del malessere dei ragazzi è in quello che c’è stato prima dell’adozione; che la chiave di volta è sempre in mano ai figli e il cambiamento deve incominciare dentro di loro; ma che è importante non cedere le armi, far sentire sempre la nostra presenza e mantenere accesa la speranza.
Sono esperienze di cui farò tesoro per cercare di prevenire i problemi più gravi, e nel caso per aiutarmi ad affrontarli con altrettanto coraggio!
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Questo libro è un’opera scritta a molte mani, e come già il primo libro raccoglie le testimonianze di adozioni vissute tra grandi difficoltà, inaspettate dagli stessi genitori adottivi. Le mamme protagoniste hanno affrontato comportamenti oppositivi, aggressività, rifiuto, problemi psichiatrici e giuridici, dipendenze da alcol e droga,… un universo di fatiche che i genitori adottivi si trovano a volte sulle spalle, retaggio dell’abbandono e dei traumi passati. A volte anche la coppia vacilla e le famiglie si dividono… Di queste fatiche si parla poco volentieri, soprattutto per proteggere i figli; e i genitori si sentono spesso inadeguati, vengono giudicati, si vergognano di chiedere aiuto. Il progetto che ha visto nascere questi libri, lo spettacolo teatrale, tanti incontri e dibattiti in tutta Italia (come ci racconta il sito www.mammemad.webs.com), si propone proprio di far conoscere le fatiche che queste famiglie attraversano. Scrivere questo libro per me ha significato aggiungere una piccola “goccia nel mare” per sensibilizzare il pubblico su questo tema, affinché’ le famiglie in difficoltà non si sentano più isolate e giudicate, ma comprese e sostenute, e trovino così il coraggio di chiedere aiuto.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata molto semplice: infatti questo era già il nome del Forum in cui le mamme si confrontano; passato lo sgomento e la disperazione della “tempesta”, occorre coraggio per affrontare la ricostruzione. Occorre coraggio per aiutare i ragazzi a ritrovarsi, per restare al loro fianco tra gli alti e bassi che non finiscono mai; occorre molto coraggio anche per accettare che vengano allontanati, anche per molto tempo. Non c’è dubbio che queste Mamme sono molto, molto Coraggiose; e il sottotitolo rappresenta la luce della loro speranza! Come dice anche la Dedica del libro: “Ai nostri figli, a volte lontani, a volte smarriti nel buio. A noi stesse, che li accompagniamo sempre, cercando insieme l’uscita del tunnel”.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un’ipotetica isola deserta avrei molto tempo per leggere! Quindi mi piacerebbe avere con me “La ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust, per indugiare tra le bellissime e minuziose descrizioni, le riflessioni profonde, i virtuosismi delle parole, i caratteri dei personaggi, le vicende di una vita, la delicatezza dei sentimenti e la raffinata indagine psicologica… certo avrei di che riempire le mie giornate!
Porterei però con me anche qualche best seller da leggere tra un volume e l’altro!, ad esempio qualche libro di Wilbur Smith, che con la sua coinvolgente forza narrativa dà l’impressione di assistere ad un film, e di Danielle Steel, perché sono romantica e anche su un’isola deserta non saprei rinunciare a qualche bella storia d’amore!
Infine vorrei con me una raccolta di poesie di Giovanni Pascoli, il poeta che ha scritto (sicuramente per me ????) la poesia “10 agosto” (infatti è la mia data di nascita!): è questa la poesia che fin dalle pagine del sussidiario di seconda elementare mi ha fatto innamorare delle rime di Giovanni Pascoli… e per tutta la vita della poesia ❤.
 
6. Ebook o cartaceo?
La mia storia professionale nel settore dell’informatica mi rende naturalmente aperta all’universo digitale e ai nuovi mezzi di comunicazione. Da diversi anni utilizzo un e-reader, che ha liberato le mie valigie di vacanza dal peso di numerosi libri. Non avrei mai scelto una proposta editoriale che non prevedesse anche la conversione in ebook.
Devo dire tuttavia che ricevere la prima bozza del libro “in carta e inchiostro”, è stata un’esperienza estremamente emozionante. Devo anche dire che dal mio punto di vista leggere il libro in formato elettronico non è la stessa cosa che nel formato cartaceo. Il libro cartaceo dà un riscontro fisico di respiro alla narrazione che “non passa” nel formato elettronico.
Questa almeno è la mia impressione, non so quanto oggettiva o viziata da un fatto culturale di affezione al formato cartaceo.
Quindi, se da un lato l’ebook è un canale di diffusione strategico, estremamente comodo, di costo ridotto e di largo impiego soprattutto in certe situazioni (viaggi, letture serali)… non sostituisce però l’efficacia della lettura tradizionale, perché secondo me non trasmette per intero l’atmosfera, le emozioni e il ritmo della narrazione.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La mia “carriera” di scrittrice è incominciata molto tardi, quando per seguire più da vicino il mio secondo figlio ho dovuto ridurre gli impegni di “lavoro tradizionale”. Accade però che quando si è abituati, come ero io, ad essere molto impegnati su diversi fronti, è difficile rallentare… e si finisce sempre per andare a cercare, quasi involontariamente, occupazioni aggiuntive. Così nel poco tempo che mi restava a disposizione, e rubandone altro alle notti e ai weekend, piano piano mi sono sentita (e volentieri lasciata) trascinare in questa meravigliosa avventura.
L’idea di scrivere un libro è sempre stata un sogno nel cassetto, ma gli impegni e la preoccupazione di non riuscire a portarlo a termine mi avevano sempre trattenuta dal farlo. L’occasioneè venuta da una circostanza importante della mia vita.
Infatti ho avuto il dono di una bella famiglia e, come dicevo, sono mamma naturale e adottiva. L’adozione è un desiderio nato nel mio cuore ai tempi del liceo (insieme a quello di scrivere un libro!), un cammino d’amore reciproco di cui però è difficile immaginare tutte le possibili implicazioni e problematiche. Confrontandomi con altre mamme adottive ho incontrato situazioni che mi hanno spinta a prendere carta e penna per dare voce a queste storie “di gioie e dolori”. Così è nato il “nostro” primo libro.
Le storie continuano, questo è già il secondo libro e… chissà, forse ho trovato davvero quello che voglio “fare da grande”!
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come già accennavo, questo libro (come già il primo) nasce proprio con l’obiettivo ambizioso di squarciare il velo sul lato oscuro dell’adozione, su quello che nessuno racconta. È una testimonianza avvincente e reale che vuole far conoscere questo mondo “di gioie e dolori”: per informare chi non lo conosce, per aiutare chi ne ha bisogno, per sensibilizzare le istituzioni e suggerire nuovi spunti e strategie di supporto a queste famiglie.
Inoltre, molti genitori di adolescenti (e oltre) anche non adottati attraversano momenti di difficoltà; i figli sono esposti a incontri e ad un nuovo bombardamento mediatico che non li proteggono dai rischi e dalle devianze; le tentazioni, le dipendenze, l’inesperienza, il miraggio dei guadagni facili fanno sì che nessun giovane sia al sicuro. Molti genitori, adottivi ma anche non, si trovano a sperimentare situazioni che mai avrebbero immaginato per la propria famiglia.
Poco tempo dopo la pubblicazione del primo libro ad esempio ho ricevuto la telefonata di una mamma, non adottiva, in difficoltà con il figlio adolescente. Infatti, come dico sempre: "L’adolescenza è una fase di vita delicatissima, le lusinghe e i pericoli sono tanti, l’amore in molti casi non basta, anche con i figli naturali. E l’esperienza dei genitori adottivi, che si preparano e spesso affrontano difficoltà più o meno grandi, può essere una risorsa di grande aiuto per tutti i genitori. Come dico sempre per aver conosciuto adolescenti difficili dentro e fuori dal mondo dell’adozione, nessuna famiglia è al sicuro, ma nessuno deve perdere la speranza."
Ecco, se anche questo libro avrà aiutato un solo genitore in difficoltà, adottivo o no, a sentirsi meno solo e a chiedere aiuto… avrà fatto la sua parte. E speriamo che aiuti anche tante persone, non in difficoltà, a conoscere il coraggio di questi genitori!
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Per me è stato un lavoro di “taglio e cucito”, non esattamente un copia e incolla ma ho raccolto le conversazioni così com’erano nel Forum virtuale, cercando di mantenere il più possibile intatte le parole delle mamme, che mi hanno permesso di entrare in un luogo così privato e intimo proprio per realizzare questo documento. Ho raccolto quello che ogni mamma ha pubblicato, una raccolta per ogni mamma, ho eliminato gli interventi di chi non ha voluto o non ha potuto partecipare al progetto, ho rivisto soltanto la grammatica, la punteggiatura e la logica… non la forma né naturalmente il contenuto, perché ogni testimonianza conservasse le sue caratteristiche e le sue riflessioni. Ogni protagonista ha potuto rivedere il suo scritto e correggere eventualmente quello che non riteneva opportuno pubblicare.
Ho scritto intanto il Prologo in cui ho cercato di riassumere la storia e gli obiettivi del progetto, e insieme alle mamme ho cercato di sintetizzare nell’ultimo capitolo le “lezioni imparate”.
Poi… ho riunito le diverse testimonianze in ordine cronologico. È a quel punto che batte il cuore ❤ e “nasce” il libro: le storie delle sei protagoniste finalmente prendono forma e si snodano e si intrecciano attraverso otto mesi lunghi e impegnativi… di lontananza e di attesa, di incontri e di scontri, di preoccupazione e di speranza. Leggendo, rileggendo e correggendo ho rivissuto tutto l’impegno e il coraggio di queste mamme, che spero di riuscire a trasmettere ai lettori. Qualche anticipazione si può trovare sul sito https://sites.google.com/view/mac-mamme-adottive-coraggiose
Il contributo dell’Università Cattolica è il fiore all’occhiello di questo volume, e sono orgogliosa di poter pubblicare alcuni risultati della ricerca su questo tema poco conosciuto, condotta da un Ateneo così autorevole e da un Team così competente.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Come per il primo libro, la prima persona che ha letto anche questo è stata la mia amica “libraia”… la chiamo così perché’ ha una lunga esperienza nell’editoria… e grazie alla sua lunga esperienza ha subito trovato un refuso! Niente di grave per fortuna, perché’ il libro era ancora in fase di correzione, e si è potuto rimediare facilmente. Ringrazio sempre la mia amica per il suo “occhio clinico” e per i suoi preziosi consigli!
Prima ancora, come raccontavo, hanno letto il libro le mamme protagoniste… e sempre le ringrazio, perché' senza di loro questo libro non esisterebbe. Ognuna ha letto prima il suo scritto, e poi tutto il racconto insieme quando il libro ha preso forma… spero che abbia fatto loro piacere rivivere i momenti passati, nonostante le difficoltà attraversate, perché’ il Forum le ha aiutate a non sentirsi sole in questo cammino, e ad essere sempre più Coraggiose facendosi forza insieme.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’audiolibro è un’invenzione straordinaria nella sua semplicità, comodissimo per riempire con storie e conoscenza le situazioni più varie, i tempi morti di viaggio, di attesa in coda, … tutto il tempo inutile della nostra vita. Il tempo è la nostra risorsa più preziosa, e utilizzarlo per nutrire il cervello mentre le mani sono impegnate è un’idea fantastica!
In Italia è molto poco diffuso, e devo dire che io stessa, per quanto lo trovi un’ottima idea, lo utilizzo poco. Per me valgono anche tutte le considerazioni che ho già esposto, di affezione e reazione alla lettura nel formato in carta e inchiostro.
Penso in definitiva che anche questo sia un formato destinato a diffondersi, e che entrambi, l’ebook e l’audiolibro, siano canali editoriali in crescita, ciascuno con le proprie caratteristiche e particolarmente adatti ad utilizzi specifici. Credo comunque che il libro cartaceo, con le sue caratteristiche di familiarità, immediatezza e respiro narrativo, oltre all’importante proprietà di conservarsi meglio nel tempo rispetto al formato elettronico, sopravvivrà ancora a lungo… perderà qualche quota di mercato… ma infine forse non tramonterà mai.
 
 
 
 
 

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Mercoledì, 29 Maggio 2019 | di @BookSprint Edizioni