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25 Mag
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Intervista all'autore - Ginetto

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Molto, cerco di scrivere tutto quello che mi passa per la testa, e cerco di scrivere frasi che leggo, specialmente da antichi filosofi, mi emoziona rileggere le cose che ho scritto in certi momenti del mio stato d'animo, di felicità o di tristezza, oppure scrivere mentre odio quello che vedo, le violenze gratuite, o la cattiveria senza senso, la sofferenza di bambini inermi, o di animali torturati, o persone deboli che non possono difendersi, è una bella lotta con me stesso.
Io non ho chiesto di nascere, sono nato senza saperlo, senza averlo voluto, gettato nell'oceano dell'esistenza, fra squali e sardine, obbligato a nuotare, a esistere, portarmi un'identità, resistere in questo ambiente comunque, sopportare il mio giudizio di essere uomo.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molto della mia vita, tutto, questo libro è solamente l'introduzione al secondo, romanzo vero e proprio, è una spruzzata di brina che ci condurrà alla casa dove nascerà Ginetto che si aprirà rompendo il guscio, e racconterà tutta la sua storia vissuta incrociando un personaggio Vittorio che gli racconterà le sue privazioni di guerra come soldato, arruolatosi per viaggiare, poi Ginetto si troverà ad affrontare la sua ombra nera che lo perseguiterà per molto tempo, facendolo soffrire per alcune cose fatte, nell'adolescenza, e con i suoi traumi di vita spericolata, forse ritroverà la pace nell'età adulta, almeno è quello che lui spera, ma avendo non poche contraddizioni di odio e amore con il suo autore.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
All'inizio è nata la storia raccontando le mie sensazioni di molti anni mentre ascoltavo la tv scrivevo, e tutte le brutte notizie viaggiavano sull'onda del mio stomaco, e quindi molto pessimiste, non vedevo vie d'uscita nel proseguire questo cammino che la terra sta facendo, ed io non ho soluzioni, anche se credo nell'uomo e nel suo ripensamento nel vivere ascoltando ciò che la natura ci urla, poi ascoltavo la mia musica preferita, e scrivevo cose ottimiste o poesie e ritornavo a sperare in un mondo migliore, alla fine improvvisamente dopo le sofferenze nasce Ginetto con la sua esuberante giovinezza, ma che si rivelerà una sofferenza nel descriverlo, e nello scrivere la sua storia…
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta è stata abbastanza facile quasi subito, ho scelto la mia terra la Lunigiana, poi mentre ascoltavo il Fado Portoghese di Amalia Rodrigues in che (estranha forma de vida) è nato il titolo, che strana forma di vita, che effettivamente e realmente è stata veramente strana. Avevo altri titoli ma che poi ho scartato con facilità.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sicuramente come romanzi, “Cento anni di solitudine”, “Uno nessuno centomila”, poi filosofi Aristotele, Spinoza, Kant, Nietzsche. La filosofia mi fa pensare portandomi lontano da tutto - ho riflettuto sui giorni antichi ma ho avuto il pensiero costantemente rivolto all'eternità- dal libro dei Salmi. La biografia di uno scrittore -e persino l'autobiografia- sarà sempre in questo senso incompleta, anche se ci venissero rivelati tutti i particolari della sua vita.
 
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo assolutamente, posso spaziare avanti indietro, segnare le frasi, e sentire il fruscio delle pagine, posso appoggiarlo sulla mensola e vederlo sempre.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Mia moglie ad un certo punto, siccome io ho sempre parlato pochissimo, mi sono messo a chiacchierare moltissimo con l'età avanzata, e lei mi dice che parlo troppo, allora ho deciso, mi sono messo a scrivere così non parlo.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non ho mai capito se fu un sogno, o una realtà, cominciò una notte svegliandomi nel mio letto, vidi ai piedi del letto una figura con un saio da frate, ma senza volto, mi disse: Io sono la tua ombra nera.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una grossa soddisfazione, ma penso che l'emozione più grande sia vederlo esposto in libreria.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Nessuno ancora, spero mia moglie anche se molto contraria. Spero in mia nipote.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non mi piace molto mia figlia mi ha regalato “Il cacciatore di Aquiloni”, ma non mi è piaciuto, forse è adatto per bambini.

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Sabato, 25 Maggio 2019 | di @BookSprint Edizioni