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30 Apr
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Intervista all'autore - Massimo Di Giovanni

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Questo è soprattutto un libro di immagini, di scrittura c'è poco, ho delegato ad altri i principi chiave della mia filosofia di vita. La raccolta, la selezione, anche l'impaginazione di ogni singola immagine è stata come un fiume inquinato che via via si depurava. Mi ha regalato placide e tranquille emozioni.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Seguire alla lettera tutti gli aforismi è impensabile per un essere umano, si deve però secondo me mirare a vite caratterizzate da standard elevati. Gli esempi, i modelli devono essere questi, cercando di seguirne soprattutto i più edificanti.


 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È nata per caso, leggevo continuamente sui social questi aforismi, frasi significative e mi è venuta l'idea di farci un quadro con la raccolta di circa 50 immagini. Chiunque passasse da casa mia ne era fortemente attratto ed inoltre gli aforismi continuavano a fioccare da ogni dove. Mi sono preso quindi un quadernone elegante, con la copertina rigida e ne ho incollate quasi duemila. Lo mostravo con orgoglio e tutti erano rapiti dalle figure rappresentate. Da tutto questo successo "casalingo", al fatto che mi facesse provare emozioni a me in primis, l'idea di un libro vero.

Lo considero un sorta di istruzioni per la vita, una guida da consultare soprattutto quando si ha la sensazione che qualcosa nel nostro percorso, ci stia sfuggendo.

 

4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
È nata da una battuta del mio avvocato Simone mentre gli mostravo la bozza e l'ho sposata all'istante. É un mix di curiosità, intrigo e ne illustra perfettamente il contenuto.


 

5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sono almeno 100. Se ne dovessi per forza sceglierne uno, citerei uno dei tanti libri di miglioramento personale (sì, tema ricorrente, d'altra parte l'essere umano è nato per migliorarsi). Il monaco che vendette la sua Ferrari di Robin S. Sharma.

É un libro che ci fa riflettere sotto forma di romanzo (quindi non si ha la sensazione di leggere un manuale) su cosa sia realmente importante nella vita. Siamo soffocati dalla fretta, dagli impegni e dal bisogno di senso ma tutto ciò ci allontana sempre di più dalla vitalità, dalla saggezza, dalla libertà e dalla felicità.

 

6. Ebook o cartaceo?
Ho 45 anni, resto sul classico. Il libro lo voglio con me, rilegato, da sottolineare con la matita, da scriverci sopra così da poterlo rileggere in 2 ore rivedendo solo le parti evidenziate. Non lo perdi mai così, soprattutto l'insegnamento che ci regala non lo si smarrisce. Sono cose che volendo si possono fare anche con ebook e kindle, ma è come fare l'amore con chi si ama o fare solo sesso.


 

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Sono stato 12 anni in serie A di basket come preparatore, sono uscito volontariamente perché quel mondo non faceva più per me. Non voglio rituffarmi in un'altra carriera, non mi sento uno scrittore, ho raccolto dei pensieri, dei sogni. Mi sento libero, non scrittore.


 

8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’ho scritto nella 3.


 

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Si prova la sensazione tipica di quando si realizza qualcosa che prima hai solo immaginato. Si immagina tutto, si realizza solo una parte minimale di questi progetti. Si prende fiducia ed energia per realizzare tanti altri progetti di vita.


 

10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Uno dei tanti amici che sono passati da casa, non ricordo di preciso.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono diretto, è solo un modo come un altro per togliere una delle fatiche della vita, in questo caso della lettura. Ma chi pensa che la lettura sia fatica non considera la lettura un'ispirazione per sviluppare la propria esistenza quindi non vuole migliorare. Oggi si tende a sviare a trovare scorciatoie. No, i percorsi vanno attraversati a piedi, non con la jeep. La fatica, le difficoltà temprano, rendono la vita piena, ricca e felice. Forse l'ho presa un po’ troppo sul serio ma è quello che penso. Come tutte le cose poi, prese nelle giuste dosi si possono anche sposare, magari ogni tanto prima di dormire, come se qualcuno ci leggesse una fiaba, un risvegliare il bambino che è in noi.


 

 

 

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Martedì, 30 Aprile 2019 | di @BookSprint Edizioni