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08 Apr
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Intervista all'autore - Giorgio Roncolini

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato ad Aosta, e lì ho frequentato le scuole fino al liceo (classico). Ho poi frequentato l'Università a Torino, ove mi sono laureato in fisica.
Dopo la laurea mi sono definitivamente spostato a Torino, dove ho conosciuto mia moglie Anna con cui pochi anni dopo mi sono sposato. Oggi ho 2 figli e 3 nipoti.
Ho lavorato un anno come assistente al Politecnico di Torino, poi in un centro di ricerche industriali, infine mi sono dedicato al mondo dell'informatica.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Oggi esistono molti bei libri di divulgazione scientifica che raccomanderei ad un adolescente, perché purtroppo la cultura scientifica è ingiustamente un po' poco valorizzata. Ad esempio ci sono alcuni libri di Margherita Hack che potrebbero stimolare l'interesse verso le scienze di un giovane, così come un paio di libri di Stephen Hawking.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
L'ebook è certamente una cosa interessante. Io possiedo un ebook reader, su cui ho memorizzato parecchi libri. Un ebook reader è certamente molto utile quando si va in vacanza, perché in pochissimo spazio (e peso) si trasportano moltissimi libri; è anche molto utile per chi ha l'abitudine di leggere a letto: a volte un libro può risultare scomodo e poco maneggevole.
Tuttavia io continuo ad avere una netta preferenza per la carta stampata: mi piace tenere tra le mani il libro, sfogliarlo, sentire l'odore della carta. Se poi uno deve usare un libro come testo di consultazione, ritengo l'ebook meno agevole rispetto al libro cartaceo.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
No, per me non è stata una cosa improvvisa. Quando nel 2011 scrissi il mio primo libro (pubblicato  da Booksprint Edizioni), lo feci dopo che per anni avevo rimuginato circa la possibilità di mettere per iscritto alcuni miei pensieri. Scrivendo io solo saggi, la scrittura in me non nasce come "ispirazione", ma come naturale estensione delle mie riflessioni. I successivi libri sono stati propiziati dalle lezioni di "Fisica e Filosofia" che tengo all'Università della terza età di Torino.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
È un ritorno al mio primo libro. C'era una questione che non avevo esaurito e, soprattutto, che richiedeva un confronto con qualcuno. Non volevo un confronto dotto con uno super specialista, ma con una persona intelligente, dotata di buon senso e le cui idee non collimassero troppo con le mie. Da qui l'idea di scrivere un dialogo.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio si potrebbe, a mio parere, ridurre a questo: nei confronti della fede e della religione, valgono molto le esperienze individuali, A mio parere (non così per il mio interlocutore) alcuni dogmi della Chiesa cattolica sono inessenziali e inutili: nulla si sarebbe perso del messaggio evangelico se alcuni dogmi non fossero mai stati promulgati (come è avvenuto per secoli).
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
No, l'idea di scrivere mi è venuta in età matura.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ero al mare con un amico, quest'autunno avvia una discussione sui temi che entrarono poi a fare parte del libro; dovendo lasciarci per impegni reciproci, proposi all'amico di continuare il dialogo a distanza (via e-mail). Accettò e così avvenne.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sì, c'è stato un momento in cui il dialogo si stava tramutando in disputa: in quel momento, forse il mio amico più che io, sembrava disposto a rinunciare a continuare. Con diplomazia, pazienza e umiltà siamo riusciti a riprendere il filo del discorso in modo più pacato.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Vasco Pratolini, era l'autore che leggevo volentieri quando facevo ancora il liceo.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo che, per chi ha problemi di vista, sia una fonte preziosa. Non ho tuttavia alcuna esperienza né diretta né indiretta in merito, per cui il m
io giudizio non può che essere superficiale.

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