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14 Mar
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Intervista all'autore - Francesco Cacciola

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
La mia vita è stata una sfida, ho imparato a misurarmi con me stesso da subito. Sono stato fortunato ma come in ogni circostanza la fortuna è sempre una capacità innata a stuzzicarla. Sono nato al sud da padre calabrese e mamma siciliana, dunque sono un po’ catanese un po’ lametino. Non si decide mai di diventare scrittore, è naturale. Si sviluppa questo istinto quasi autonomamente e lo stesso prosegue. Inizialmente utilizzi la scrittura per liberarti dal peso di ciò che ti coinvolge, successivamente la trasformi in qualcosa di più intimo, più tuo, più identificativo.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non esiste un momento, il momento è sempre. Fortunatamente la tecnologia oggi ci aiuta. Spesso scrivo sui programmi di scrittura utilizzando il mio cellulare. Altre volte registrando vocalmente con mp3 di registrazione in quelle circostanze in cui sei fuori. Scrivo sempre e quando posso.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Sembrerò banale, ma non ho un autore preferito. Non uno specifico sempre. Dipende dal momento, da ciò che leggo da quello che mi coinvolge emotivamente. In questo periodo sto leggendo per esempio alcuni libri di Camilleri, per cui visto che la domanda mi viene posta oggi... direi Camilleri.
 
4. Perché è nata la sua opera?
“Quando la pioggia diventa neve” nasce dalla necessità di dire apertamente a me stesso "devi reagire, devi andare avanti. L'autismo non vincerà". È una lunga confessione avuta in tre anni di autismo in cui ho dovuto sostenere mia figlia prima e me stesso. La mia opera nasce inizialmente per rispondere a domande che ponevo a me stesso.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tanto e niente. La mia formazione letteraria, l'amore per la stessa nasce da una predisposizione e dall' incentivo emotivo di un grande professore incontrato nel mio cammino. Il professor Rolando Greco che mi ha fatto apprezzare la poesia prima, la filosofia dopo e la letteratura sempre. Lui è stato una guida a cui ho dedicato tanta attenzione.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Senza dubbio la grande fuga dalla realtà.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In questo libro tutto, senza filtri e senza veli. Io.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
L'amore per mia figlia Diletta e la mia amata Luana a cui devo tutto.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A Luana naturalmente.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sicuramente, la proiezione porta sicuramente lì. Più pratico, più immediato, più semplice. Anche se per me è un gran dolore, amo il cartaceo.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non mi convince per il semplice fatto che leggiamo sempre meno. Così facendo rischiamo di non leggere più. È interessante ma credo che in merito necessitiamo come popolo di una maggiore dedizione alla lettura, questo diminuirebbe ulteriormente il lettore.
 
 
 
 

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Giovedì, 14 Marzo 2019 | di @BookSprint Edizioni