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21 Feb
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Intervista all'autore - Martina Feola

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho sempre amato i libri fin da piccola e letto molto. Sognavo di diventare una scrittrice già a sette-otto anni.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento preciso. Quando ho tempo e voglia.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Posso fare alcuni nomi non proprio contemporanei, ma piuttosto vicini ai nostri tempi? Alberto Savinio, Francesco Biamonti e Sebastiano Vassalli tra gli italiani, poi i Surrealisti.
 
4. Perché è nata la sua opera?
È nata da una frase che mi ha detto mio marito dopo un periodo di separazione: "Mi sembra di amarti da sempre".
Ho iniziato a pensare a come sarebbe affascinante se due anime percorressero varie epoche, innamorandosi ogni volta.
In un certo senso ho utilizzato l'idea di reincarnazione come ispirazione letteraria.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Hanno influito di più le mie letture e alcune riflessioni sull'evoluzione della storia. Siamo passati da un matriarcato rispettoso della figura femminile e della Natura ad una società patriarcale che vede l'universo come dominio dell'uomo e non mi pare che l'umanità ci abbia guadagnato. Nel mio libro si racconta anche questo.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere, a mio parere, dovrebbe essere un modo per trasformare la realtà. Il motto più importante degli antichi Greci, ripreso anche dai Surrealisti, era "Conosci te stesso". Attraverso le lettura una persona dovrebbe conoscere se stesso, migliorarsi e, di conseguenza, contribuire anche a rendere vivibile il mondo. In Italia ci sono pochissimi lettori e mi pare che le conseguenze
si vedano in tanti aspetti negativi della convivenza nel nostro paese. Ecco, forse potrei più semplicemente dire che uno scrittore dovrebbe far venire la voglia di leggere anche a chi di solito non lo fa. È un compito difficilissimo.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In quello che ho scritto c'è tutto di me: la fiducia nell'amore come forza motrice di tutto ciò che di positivo c'è nel cosmo, la ferma convinzione che il tipo di società che abbiamo creato ci sta portando alla rovina, se non cambiamo radicalmente le nostre menti, a volte ascoltando persone che sembrano folli o emarginate.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mio marito, per la frase che vi ho raccontato.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A lui. E forse, se lui non mi avesse incoraggiata, non avrei neanche cercato di stamparlo.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Può essere uno strumento utile, soprattutto per avvicinare alla lettura le nuove generazioni.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono un'insegnante per mestiere e mi permetto di esprimere un giudizio "tecnico": un audiolibro è un sistema molto efficace per avvicinare alla narrazione ragazzi con problemi di apprendimento, come chi soffre di dislessia o disturbi dell'attenzione.
 
 
 

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Giovedì, 21 Febbraio 2019 | di @BookSprint Edizioni