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26 Gen
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Intervista all'autore - Roberto Curto

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Nato a Cremona, vissuto a Milano fino a quattordici anni e poi adottato da Bergamo.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
“Il piccolo principe”, letto con la testa dell’adolescente e capito col cuore del bambino, che lo mantenga sempre vivo.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Il valore della carta, toccare un libro o anche solo vederlo passando quando si rincasa non ha prezzo, ma viviamo in un mondo tecnologico e che viaggia a velocità folli e l’ebook riesce ad accompagnarti comunque in ogni piccola pausa della giornata.
La vivo come opportunità di oggi senza dimenticare il passato.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è dentro di noi, forse non è un colpo di fulmine ma quella scossa che arriva a farti trasferire quello che hai dentro su un foglio di carta.
Una spinta a far uscire pensieri ed emozioni, di qualunque spessore siano.
Scrivere è sempre la conseguenza del mondo attorno, una scossa o una spinta.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
A volte bisogna raccontare a qualcuno quello che stai vivendo, spesso si ha bisogno di un confronto, di capire scelte e situazioni.
Scrivere e rileggere è la miglior cosa per vedere tutto da un altro punto di vista, scrivi col cuore e rileggi con la testa e, a volte, trovi l’equilibrio delle cose.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Che siamo solo noi a scegliere della nostra vita, che spesso le persone intorno si aggrappano a te per frenarti e non per sostenerti.
Vorrei dirgli che le scelte migliori sono quelle che altri non farebbero mai.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
È qualcosa che hai e che cresce, non esiste un tempo o un perché, arriva e a noi non resta altro che coglierla al volo, qualunque cosa ne esca sarà sempre e comunque parte di noi.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
La solitudine. Sembrerà strano ma è stata la molla che mi ha portato a gettare su carta tutto il casino che c’era in testa, nell’anima.
Nel tempo quella solitudine la ricordo con piacere e una punta di affetto.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sempre, ogni giorno.
Era un pensiero continuo perché non era programmato e mi sono trovato spesso incastrato da qualche parte, ma quando sei fermo e sembra che sei lì immobile arriva sempre qualcosa che ti fa ripartire.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
P.G. Wodehouse, Luca Goldoni e Stefano Benni.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non c’è nulla da dire se non che sia perfetta nel mondo delle parole.
Che siano scritte o lette o raccontate.
 
 

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Sabato, 26 Gennaio 2019 | di @BookSprint Edizioni