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07 Gen
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Intervista all'autore - Giovanni Ciafrè

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in un paesello d'Abruzzo (Nereto-Teramo). Sono figlio di un coltivatore diretto e di un amante della letteratura. Non conobbi mia madre, poiché morì quando avevo appena 2 anni. Mi dichiaro figlio del proletariato. Vissi gli orrori e le privazioni della seconda guerra mondiale. Studiai quel poco che so in un collegio di Salesiani. Amo la musica e la lettura fin da piccolo. Ricordo quanto mio padre mi leggeva pagine del Manzoni... piangevo all´ascoltare -LA MADRE DI CECILIA-. Forse da quell´istante mi nacque la voglia di scrivere. Fui espulso dal collegio dei Salesiani poiché appurarono che stavo scrivendo un romanzo.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il maggior tempo disponibile. Però alcuni giorni, quando non mi sento in vena, non lo faccio.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Vivo in un paese dove purtroppo non arrivano certe notizie letterarie. Le attingo attraverso al RAI, potrei citare solamente alcuni autori che non sono tanto contemporanei. Per esempio gli Italiani: MARINO MORETTI, ALFREDO BEVILACQUA, MARIO SOLDATI, GIUSEPPE BERTO (Il mio preferito), ANTONIO AMURRI. Per gli autori stranieri: NELSON ALGREN, ISSAAC B.SINGER, ERICA JONG, PEARL S.BUCK, JOSEPH WAMBAUGH.
 
4. Perché è nata la sua opera?
É sorta da un mio desiderio di esteriorizzare i miei sentimenti non per l´affanno di farmi notare. Solamente dal piacere di vedermi riflesso nelle pagine di un libro e che servirebbe di regalo ai miei figli.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Assai... soprattutto per la sua gente... i suoi paesaggi mozzafiato che sono A PERDTA D´OCCHIO... il suo folklore che, come amante della musica classica, oso comparare con alcuni amici a quella di Bach (Blasfemo?) Lo dico per il ritmo ripetitivo di una musica che evoca la semplicità. Poi alcuni scrittori, come Arturo Uslar Pietri.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambe le cose... dove ha maggior importanza la evasione che per me risulta una invenzione... quel diavoletto (duende) che parla in me e mi suggerisce le idee.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Credo che la totalità... Non so mentire.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Un caro amico, al quale devo la mia eterna gratitudine che ha dato ali alla mia fantasia.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al devoto amico, Dottore Alessandro Garagozzo e a mia moglie Aura che con il suo appoggio mi esorta a continuare a scrivere.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non oso opinare poiché non conosco il significato pieno del quesito.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Il leggere è utile e necessario per chi ama la lettura.
 
 

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Lunedì, 07 Gennaio 2019 | di @BookSprint Edizioni