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04 Dic
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Intervista all'autore - Domenico Di Caterino

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Parlerei di sensazioni, il libero fluire del linguaggio trasporta i sensi, smaterializza, spiritualizza, è sonda della coscienza che diventa conoscenza del sé, il fine più nobile della scrittura è quello del rivolgersi agli altri, in questo caso mi premeva focalizzare l'attenzione su una grande anomalia dell'Alta Formazione Artistica in Europa, quella di Cagliari città metropolitana, ancora priva di un'Accademia di Belle Arti nel 2018.
Incredibile che nessuno ad oggi abbia ragionato seriamente su questo; un libro che analizzasse questo, dal momento che non c'era, mi sembrava una necessità scriverlo, il vuoto muove l'esigenza di riempire.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro è la mia via, mio Padre e mia Madre mi hanno concepito in un'Accademia di Belle Arti in una città metropolitana, trovarmi uomo di mezza età a vivere e lavorare nell'unica città metropolitana Europea priva di un'Accademia è per me troppo complicato d'accettare.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Attraverso questo lavoro ho sondato e conosciuto meglio, le dinamiche dell'arte e della cultura della città metropolitana che abito, la consapevolezza è quella che a Cagliari l'arte sembra essere una questione e un affare di marketing e mercato, poca attenzione c'è alla formazione artistica come strumento d'investimento culturale e locale diffuso; senza un'Accademia di Belle Arti, come si fa a ragionare seriamente di Arte e Artisti residenti?
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
In un primo momento, e fino alla quasi conclusione del testo, avevo optato per il titolo "Fuck Academy", ho cambiato il titolo prima d'inviare il lavoro alla BookSprint, quando mi hanno fatto notare che "Fuck Academy" è stato un film Kult porno, avrebbe generato molta confusione sul contenuto del testo.
"Other Academy" mi è sembrato più puntale, anche perché sembra che non ci sia artista oggi che non si dichiari anti Accademico, immagino perché lo richieda il mercato.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un'isola deserta, per ricordarmi da dove provengo e il perché ci son finito naufrago, mi porterei "Altro sistema dell'Arte", "Oltre il sistema dell'Arte" e "Dentro il sistema dell'Arte", mi piace sintetizzare e tradurre quello che leggo e studio in esperienza e linguaggio personale, non ho l'idea del libro come feticcio ma come strumento di determinazione del sé, quindi mi porterei i miei studi.
 
6. Ebook o cartaceo?
Sempre cartaceo, anche se è un finto problema, la scrittura nasce su pietra e argilla.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Perché c'è un momento dove si decide di essere qualcosa o qualcuno? Si è qualcosa o qualcuno, in realtà basta viversi per capire dove si vuole andare.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Il libro è nato naturalmente, da docente del Liceo Artistico e Musicale con la maggiore percentuale di studenti nell'isola, nell'isola con il maggior tasso d'Europa di dispersione scolastica, spopolamento ed emigrazione giovanile, occupandomi d'orientamento da anni, di che cosa avrei dovuto scrivere?
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Penso sia una esperienza simile a quella di chi racconta di avere visto la propria anima allontanarsi dal corpo e vedersi dal di fuori, è una presa di distanza ma anche una forte consapevolezza del sé.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Questo libro si è disegnato via social, con il nodo di rete del mio laboratorio, per cui direi che più che di una persona, si può parlare di una moltitudine di persone che hanno assistito alla sua gestazione nel tempo (studenti, genitori, colleghi, amici, artisti...).
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Poco mi affascina, la lettura è sensoriale e personale, l'audiolibro mi sembra questione per non vedenti, spero di poterne fare a meno per tutta la mia vita!
 

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Martedì, 04 Dicembre 2018 | di @BookSprint Edizioni

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