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16 Nov
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Intervista all'autore - Giancarlo Ferbri

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Credo che una forte spinta sia legata all'età ed il suo progredire: trasportare le emozioni ed i ricordi della vita in un libro è stato come comporre un album fotografico: nell'album sistemi le immagini attraverso le quali riattivi i ricordi, nel libro invece sistemi parti dinamiche della vita e le emozioni connesse.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Beh direi molto, spero inoltre che si possa cogliere che c'è molto anche della persona che spesso non si conosce a fondo.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Non sempre il mio vissuto ha goduto di un apprezzamento, di un riconoscimento, di un rispetto degli interlocutori e quindi l'averlo scritto è stato come dire a me stesso: "Beh, vecchio mio, tu sei quello che sei e se mi leggi te ne accorgi…"
In fondo questa cosa è quella che ciascuno di noi dovrebbe fare per riconoscersi sempre.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Fin dal primo momento è stato il titolo prescelto, anche perché, guardando indietro è stato sempre quello il titolo che era adatto a me.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"La teleferica misteriosa" di A.F. Pessina perché leggendolo e rileggendolo mi sono sempre sentito accanto al gruppo descritto.
 
6. Ebook o cartaceo?
Il cartaceo quando hai terminato di leggerlo, anche con la sua presenza fisica nella stanza, o ancor meglio in una libreria, è in grado di trasmetterti sempre qualcosa.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Che sia una carriera è ancora da vedere, è ben vero che sull'onda dell'emozione ho già scritto altri due romanzi, di tutt'altro genere, ma sarebbe sciocco e presuntuoso al momento attuale parlare di carriera.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Credo che sia venuto spontaneo il farlo; e la particolarità è forse quella di averlo scritto in ventiquattro ore.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
La bella sensazione di essere capace di mettere nero su bianco le emozioni, gli stati d'animo che nell'interazione con il mondo circostante si formano dentro.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
I miei figli e la mia compagna ed è importante quello che hanno detto: "Bello... grazie papà!"
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
C'è un film di animazione titolato "Wall-e" nel quale si narra di una terra ormai distrutta dalla spazzatura e dove il genere umano ha costruito delle enormi astronavi dotate di ogni confort inimmaginabili e nelle quali tutti, comandante compreso, vivono su un lettino perché ogni automatismo soddisfa le esigenze.
Così facendo tutti sono diventati obesi ed incapaci del minimo movimento…
Fate voi l'accostamento con la domanda.

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Venerdì, 16 Novembre 2018 | di @BookSprint Edizioni