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08 Nov
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Intervista all'autore - Adolfo Di Raimondo

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Roma e cresciuto nella Campagna Romana, Vitinia/Acilia, non lontano da Ostia. Ho visto crescere interi quartieri là, dove tra gli anni '60 e prima metà anni '70 non c'erano altro che prati, macchia mediterranea e campagna, nonché qualche acquitrino, dove i ragazzini del tempo si cimentavano alla caccia alle ranocchie. Negli anni, l'intera area si è trasformata in un gigantesco centro abitato, ai margini dell'Urbe.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Un bellissimo libro per adolescenti è, senz'altro, "Il conte di Montecristo", in generale i libri di Alexandre Dumas e Jack London.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Uno non comporta necessariamente la scomparsa dell'altro.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
É sempre stata una "passione mancata" per il poco tempo a disposizione.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La morte di mio padre.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Un messaggio di umanità e di forza di volontà anche nelle circostanze peggiori.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
No, è stata una presa di coscienza graduale.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Nulla in particolare.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sì, ho avuto molti dubbi in proposito.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Alessandro Manzoni.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Un aspetto positivo, legato alle nuove frontiere della modernità.
 

 

 

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Giovedì, 08 Novembre 2018 | di @BookSprint Edizioni