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25 Ott
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Intervista all'autore - Orietta Giordani

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Roma dove ho vissuto fino all'età adolescenziale, poi dopo il cambio di sede lavorativa di mio padre, la nostra famiglia si è trasferita a Valmontone (Roma). Ho continuato i miei studi a Roma dove ho conseguito il titolo di operatore turistico, avevo intrapreso la mia carriera lavorativa in questo settore, poi, con la morte prematura ed improvvisa di mio padre, ho sentito la necessità di dedicarmi alle persone che hanno bisogno, e ho iniziato gli studi nel settore sanitario. Ho svolto la mia professione con dedizione e professionalità, ho sempre cercato nei pazienti di raggiungere l'empatia, trovare un sorriso per loro, o parole di conforto. Convinta che in certi periodi chi ti assiste deve comprendere quei momenti particolari delle volte improvvisi, e inaspettati.
Sarà un pregio innato ma ho sempre avuto un buon rapporto, un dialogo con i pazienti e spesso li ho confortati, ascoltato le loro vicissitudini. Ed è per questa motivazione che ho scelto di scrivere questo libro, sono vicina a tanti dolori sociali facendo anche volontariato in associazioni e quant'altro ed avendo vissuto insieme a tante donne che hanno subito violenze, ho voluto anch'io in prima persona espormi per gridare BASTA! Basta a questa violenza, a tutti questi femminicidi. Non possiamo fare l'abitudine a certe notizie, dobbiamo parlarne fino alla nausea e chiedere allo Stato percorsi speciali, risposte urgenti. Le leggi ci sono, ma non bastano. Tra una denuncia e il provvedimento passa tempo, e in quel periodo può accadere di tutto. Spesso le richieste di aiuto vengono prese sotto gamba, oppure le donne non sanno da dove iniziare per affrontare una nuova vita. Ci vuole assistenza e protezione per la donna che denuncia e per i suoi figli. C'è da rivedere molto. I centri antiviolenza ci sono ma non a sufficienza, e bisogna dire sono essenziali, fanno un lavoro straordinario. Il mio libro ha solo lo scopo d'invitare le donne a non accettare soprusi, ma è anche un invito allo Stato che deve garantire la sicurezza dei suoi cittadini e in questo caso alle donne. La legge deve proteggere e non abbandonare.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ci sono momenti, ore per scrivere. Lo fai quando senti la necessità, quando hai un’ispirazione o quando vuoi divulgare o esprimere ciò che pensi, ciò di cui sei fermamente convinta. La sera forse c'è più tranquillità, si è soli immersi nei pensieri ed è il momento in cui si fanno delle riflessioni, valutazioni su ciò che hai vissuto durante la giornata. Il mio lavoro è duro, turni estenuanti, ti prende molto fisicamente, mentalmente e, anche se usciti dal luogo del lavoro non si dovrebbe più rammentare ma ci si dovrebbe lasciare tutto alle spalle, ci sono avvenimenti che difficilmente, anzi inevitabilmente, non ti lasciano sensazioni dentro. Forse nell'ultimo periodo la sera spesso ho avuto i momenti adatti per dedicarmi alla scrittura, ho cercato di narrare alcune storie ma non basterebbero cento libri per raccontarle tutte. La vita a volte è crudele. Dovremmo apprezzarla di più, è così breve! e per quanto riguardano le argomentazioni da me trattate non dovremmo permettere a nessuno di distruggerci la vita. LA VIOLENZA NON È MAI AMORE.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Sono molti anche se vado a periodi. C'è stato un arco di tempo in cui ero presa dai libri di Oriana Fallaci, li ho letti tutti; ultimamente ho letto “L'Arminuta” di Donatella Pietrantonio, “Il mare dove non si tocca” di Fabio Genovesi, “La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola” di Raphaelle Giordano, “L'innocenza perduta” di Giuseppe Bruno, ho letto parecchi libri di Roberta Bruzzone, l'ultimo “A pista fredda”, libri di Niccolò Ammaniti e molti libri della mia casa editrice tra cui “Voltare pagina” di Tiziano Cassiero o “Porca miseria” di Tommaso Merlo e molti altri.
 
4. Perché è nata la sua opera?
É lusinghiero sentire parlare di opera, essere definita uno scrittore. Sono un operatore sanitario che ha soltanto scritto, narrato storie basate o ispirate sulla realtà di alcune donne divenute vittime .Ho cercato di affrontare problemi come lo violenze fisiche, psicologiche, lo stalking, il mobbing, lo stupro e quant' altro. Questo libro è un grido di dolore di tante donne di tutte le donne per dire BASTA!
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influito molto. La formazione è un processo formativo di anni, tutto è collegato alla crescita sia professionale che personale, nel contesto sociale in cui si vive.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me scrivere è esprimere ciò che si sente in quel momento, è raccontare la realtà, sensibilizzare chi legge sui problemi sociali che viviamo in questo momento. Per cambiare la situazione si deve parlarne, prevenire, lottare perché no, insieme affinché la società cambi. Sarò un’idealista ma se rimaniamo indifferenti a tutto, potremo affrontare solamente un futuro peggiore.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è molto, c'è la mia vita professionale, la mia sensibilità, la mia umanità, la mia personalità, il mio carattere, la mia ribellione a difendere certi valori e quant'altro.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ci sono le donne che ho conosciuto disperate, le loro storie. Loro sono state fondamentali per scrivere questo libro. Alcune ci sono riuscite a cambiare la loro vita, hanno trovato il coraggio di ribellarsi. Altre con tutti gli sforzi non trovano nessun spiraglio, nessun scoglio su cui aggrapparsi, soffro e ho paura per loro. Altresì aggiungo bisogna prendere decisioni quando si è convinti di prendere di nuovo la propria vita in mano. Altrimenti è inutile farlo se non si è pronti, decisi.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
All'inizio del mio progetto ho fatto leggere qualche brano a mia nipote Greta la quale mi ha incoraggiato. Penso proseguirò a scrivere affrontando sempre i problemi che ci affliggono ogni giorno e che la cronaca affronta di consueto. Ne ho scritte alcune di storie, ho affrontato tematiche ma proseguirò, sarò una goccia in un oceano immenso, come me ci sono tantissime altre gocce che si oppongono a quest'onda che ci sta travolgendo. Basta con i femminicidi. C'è qualcosa che non va nella nostra società parliamone, le famiglie che hanno un ruolo fondamentale devono iniziare ad oltranza a prevenire. No alla violenza qualsiasi essa sia. Educhiamo a definirla parola rispetto. Dobbiamo parlarne all'infinito. Scherzosamente anche se stiamo trattando un argomento importante, molto serio dico A.A.A. cercasi un mondo migliore.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Ci sono i pro e i contro. C'è chi preferisce il cartaceo, avere quel rapporto fisico con la carta. Accumulare una quantità di libri che occupano spazio. In casa ne ho una quantità notevole che, se dovessi traslocare, diverrebbe un problema. C'è chi preferisce un ebook, per il prezzo che è interessante, c’è la possibilità di leggere in viaggio o su un mezzo pubblico senza essere osservati. Con il digitale si può leggere a letto senza avere la luce accesa e infastidire il partner, e quindi applicare la retroilluminazione dell'e reader. Comunque trovo meraviglioso recarsi in biblioteca, luogo del sapere, sentire quel profumo di libri che si inebria nell'aria, dove c'è quella pace che il luogo ti offre. Ma altresì trovo pratico in certe circostanze leggere un e book, è senz' altro più pratico.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La trovo una cosa utilissima, se guidi e non puoi fermarti a leggere ascolti e non ti privi di un buon libro. C'è invece chi preferisce ascoltare la musica. Personalmente faccio entrambe le cose, amo leggere amo anche la musica che mi ha sempre accompagnato sia nei momenti belli che brutti. Il mondo è bello perché è vario e ognuno ha le sue preferenze, i propri gusti personali. Convintissima asserisco che l'audiolibro è molto utile, e me ne servo frequentemente.
 

 

 

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Giovedì, 25 Ottobre 2018 | di @BookSprint Edizioni