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23 Ott
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Intervista all'autore - Paolo Manzione

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato in un antico borgo medievale, nella Città Museo della Valle di Diano: Teggiano.
Cresciuto in vari posti dell’Italia, Sud – Centro – Nord.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Dalla penna di Emilio Salgari “La tigre della Malesia”, in cui, nella lotta contro l’usurpatore e il male, prevale sempre il bene.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Il libro elettronico sa di falso; quando l’animo in un particolare momento, sente l’esigenza di immedesimarsi nei vari personaggi, vivendone le esperienze, emotivamente.
Il lettore deve sentire fra le mani il volume, percepire l’odore della carta, immergendosi in una romantica atmosfera.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura ci appartiene, è nascosta nell’animo, nella profondità dell’io; non tutti hanno il coraggio di affidare alla penna cose che appartengono al vissuto, fanno parte delle proprie esperienze. L’amore per la scrittura è immediato, ma anche coltivato e sofferto.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
L’amore per la terra, per la civiltà contadina, per i miei vecchi; ho voluto dare voce a chi non ha potuto farlo.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Che non bisogna mai perdere la speranza. Il passato insegna, il passato ci appartiene. Ieri non è stato facile vivere, ma tutti vivevano col desiderio di poter raggiungere il meglio e lavoravano con solerzia senza avvertire il peso della fatica.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La voglia di raccontare è una mia caratteristica innata; dire, comunicare, è un modo per avvicinare, per conoscere. Nello scrivere non ho avuto nessuna difficoltà, ho solo rovistato nel fondo del mio animo, nella coscienza, ho attinto ed ordinato in scrittura; pochi i momenti di riflessione, di attesa.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Tutti i momenti vissuti sono stati piacevoli. Ricordo come il mio più proficuo momento di ispirazione è avvenuto nella solitudine notturna dalla mezzanotte alle prime luci dell’alba, quando mi addormentavo stanco sul tavolo della cucina, di spalle ad un caminetto spento, ma ancora capace di dare calore.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Pochi i momenti di sconforto, con il dubbio di essere tacciato di presunzione, ma superati con l’incoraggiamento di persone amiche piacevolmente interessate al mio progetto.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Erich Fromm.
La prevalenza della modalità esistenziale dell'avere ha determinato la condizione dell'uomo del nostro tempo, imprigionato dal sistema economico, prigioniero e formalista, condizionato da falsi piaceri, dalle convenzioni, nel sentimento.
Chi privilegia l'Essere, è uno che non accetta tutto ciò che apprende, ma che, anzi, si rapporta in maniera critica anche con i grandi maestri di vita.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’audiolibro è un’occasione di crescita, è senz’altro una invenzione permessa dalle nuove tecnologie, che consente la mobilità, e va incontro all’importante necessità delle persone con disabilità visive.
 
 
 

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Martedì, 23 Ottobre 2018 | di @BookSprint Edizioni