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13 Ago
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Intervista agli autori - Silverio e Domenicandrea Minunni

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Siamo nati a Roma, ma cresciuti in una piccola realtà in provincia di Frosinone, da due anni ormai viviamo nella città "Eterna" per proseguire gli studi superiori.
Parlando di noi si può dire che abbiamo due personalità profondamente diverse, ma il nostro personale modo di vedere le cose è visibile leggendo le nostre poesie, è infatti evidente che non sono state scritte da una sola mano. Probabilmente questo è il nostro punto di forza, la capacità di sapersi diversificare e non omologare.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Da adolescenti quali siamo le letture che ci hanno per così dire "ispirato" sono state "Chiedi alla polvere" di Jhon Fante e "1984" di George Orwell, eppure ci sarebbero tante altre opere da nominare, nonostante ciò crediamo che questi due libri si debbano leggere almeno una volta nella vita; non solo da adolescenti.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
L'odore della carta stampata e la sensazione che si prova tenendo un libro in mano sono qualcosa di indescrivibile, semplicemente unico. L'Ebook però sempre più velocemente sta diventando una necessità per la sostenibilità del nostro pianeta ed è nostro dovere impegnarci in questa battaglia.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Probabilmente nessuno dei due. Piuttosto l'amore per la scrittura è qualcosa che cresce pian piano, che ha bisogno di nutrimento, ma anche di una sorta di equilibrio interiore. La scrittura è un esplosione, un sentimento febbrile, semplicemente è arte.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Sicuramente la "Storia", quella passata, ma anche quella che si costruisce giorno per giorno, quella degli umili, dei potenti. Niente e nessuno può spingerti a scrivere; solo da un' idea, una di quelle grezze, che si hanno raramente, può nascere tutto.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
I messaggi che tentiamo di inviare al lettore con questo lavoro invitano alla riflessione, poiché spesso la causa del nostro dolore, come della nostra gioia siamo noi stessi, in tal modo oggi siamo la rovina del nostro "Eden". A tal proposito le nostre poesie evidenziano la distruzione del mondo in cui viviamo e l'invito di risorgere da una dimensione devastata che appare quasi irreale.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura ci ha sempre accompagnati, ma non ha mai fatto parte del nostro "cassetto dei sogni". Pian piano ne prendiamo sempre più consapevolezza: Sta crescendo con noi, insieme alla nostra maturità e sensibilità.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Certamente, il primo vero ricordo che associamo a questo libro risale alla composizione delle prime due poesie, quando in realtà non immaginavamo nemmeno lontanamente che queste divenissero parte di un opera. Ricordiamo piacevolmente il sorriso entusiasta del nostro primo lettore, uno dei tanti stimoli che ci ha spinto a continuare.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, non ci abbiamo mai pensato, in quanto per noi scrivere è una valvola di sfogo. Abbiamo considerato le nostre poesie un progetto concreto solo quando le abbiamo terminate, non prima.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
I nostri gusti letterari sono molto diversi, c'è chi preferisce Elsa Morante e Nathaniel hawthorne piuttosto che Emily Dikinson e Fedor Dovstoeskij.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è una risorsa e come tale va sfruttata al massimo, offre la possibilità a qualsiasi tipo di persona, con disabilità e non, di godere di un libro a 360 gradi. Penso che sia un'innovazione che va stimolata e diffusa il più possibile

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Lunedì, 13 Agosto 2018 | di @BookSprint Edizioni