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13 Ago
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Intervista all'autore - Susanna Benigni

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Per ragioni calcistiche sono nata in una provincia diversa da quella in cui sono cresciuta. Mio padre era un Uomo originale seppur attempato e con un credo talmente forte da riuscire a trovare soluzioni assurde per ogni seppur piccola, problematica. L'idea che sui miei documenti ci fosse scritto come paese di nascita, la squadra di calcio rivale a quella cui lui è stato per anni presidente, era intollerabile.
Del resto la maternità più vicina non avrebbe lasciato alternativa. E quindi ci siamo spostati in montagna per rendere perfetta nel tempo la mia carta d'identità. Sono poi cresciuta a Chianciano Terme, piccola cittadina situata in Toscana alle porte della Val d'Orcia, un tempo rinomata stazione termale fervida di celebrità e terra di scrittori. Sono cresciuta tra voci e tradizioni di paese, nelle piccole e semplici cose di tutti i giorni, avvolta da natura incontaminata e da storie e ambizioni svelate, vissute e narrate da mio padre. Ovviamente la sua personalità mi ha trasmesso da sempre la curiosità per la vita, lo spirito di conquista, la voglia di conoscere culture diverse e fin dai miei 22 anni ho avuto la possibilità di viaggiare e lavorare in realtà estere molto lontane e diverse dalla mia.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Il libro che consiglierei di leggere ad un adolescente è “Un posto nel mondo” di Fabio Volo che a mio parere tratta dei temi fondamentali come la vita, la morte, l’amore e l’amicizia con la giusta dose di profondità senza appesantire; l’adolescenza è generalmente un periodo turbolento, fatto di domande e introspezioni improvvisate, uno step in cui si tende a mettere in discussione certe tematiche ma non si hanno sufficienti strumenti empirici per uscirne indenni. Quindi ritengo che sia sempre opportuna una sorta di guida alla sacra luce della vita che nel periodo adolescenziale, fatto di tumulti esistenziali, tendiamo a spegnere inconsapevolmente.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Sono da sempre a favore dell'evoluzione della specie; personalmente ritengo che il piacere di sfogliare un testo cartaceo, dormirci accanto, l'odore delle pagine e dell'inchiostro sia parte integrante dell'emozione complessiva che un libro ci regala. Ad ogni modo l'importante è leggere e se qualcuno preferisce la versione virtuale, ben venga.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è decisamente un colpo di fulmine che si assesta nel tempo fino a diventare un amore solido e ponderato.
Credo di essere ancora nella fase del colpo di fulmine.
Sono solita scrivere di getto per questo nella mia borsa non mancano mai penna e taccuino; mi capita di sentirmi "posseduta" all'improvviso quando qualcosa attira la mia attenzione e non mi resta che assecondare quello che si rivela un bisogno: imprimere le cose a modo mio.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Sicuramente per me la scrittura ha anche un valore curativo; dopo la morte di mio padre e il susseguirsi di vicende spiacevoli e delusioni varie, lavorative, affettive, sentimentali, ho sentito il bisogno di razionalizzare quanto mi stesse accadendo e far uscire il dolore che piano piano mi stava lacerando.
E poiché ad ogni fine corrisponde un inizio, ho raccolto i pezzi più significativi di questo turbolento percorso di rinascita ed accettazione creando “La Venere Arguta”.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Sicuramente il messaggio che vorrei inviare al lettore è il profondo senso di gratitudine che provo nei confronti della Vita in tutte le sue manifestazioni, al di là del bene e del male; credo che la bellezza sia in ogni dove, anche nel dolore.
Vorrei inviare un messaggio di inesauribile forza al femminile augurandomi di esserne sempre ambasciatrice, sia nella vita che nel mio scrivere.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Fin da piccola ho avuto una spiccata vena artistica manifestata in altri ambiti ma non è mai mancato un diario segreto. In età post adolescenziale, durante un viaggio, mi ritrovai per caso all'attenzione di uno sciamano che mi rivelò senza logica alcuna, che sarei diventata una scrittrice.
Rimasi piacevolmente stupita dalle sue parole e da quell'energia di cui mi sentii investita all'improvviso e che non mi ha mai abbandonata.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo con piacere come le persone a me vicine (in particolare una delle mie migliori amiche e il mio papà) mi incitassero costantemente a strutturare una raccolta dei miei scritti e inviarli a qualche casa editrice. In particolare ricordo con affetto e gratitudine le tante notti in cui svegliavo mio padre per leggergli le cose che avevo scritto e la sua dolcezza mista sonno con cui accoglieva e ascoltava il mio bisogno di espressione.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Mi è capitato di non scrivere per lunghi periodi. Poi mi sono decisa a sistemare le "mie memorie" e iniziare a dargli voce. Da qualche parte si dovrà pur iniziare.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Alda Merini, la sua tensione mistica ed erotica al contempo mi ha sempre suscitato forti emozioni. Ho preso spunto dalla sua spontaneità intrisa di genio e follia.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia una meravigliosa opportunità per i non vedenti ma anche per chi ha un sistema rappresentazionale di tipo auditivo e può ricevere maggiori emozioni attraverso l'udito.
 
 

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Lunedì, 13 Agosto 2018 | di @BookSprint Edizioni