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30 Mag
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Intervista all'autore - Gaetano Rodolfo Di Dio

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Liberarsi dei problemi per alcune ore e dedicarsi solo a ciò che stai scrivendo e pensando. Questa consuetudine l'ho portata avanti fin da giovane, anche quando studiavo e leggevo. Ho sempre amato leggere senza per questo scegliere un determinato libro; la lettura di opere di avventure, di storia, di scienze, di romanzi o altro, diventava un momento per mutare quelle ore in qualcosa di più profondo. Vi sono stati libri che ho riletto molte volte, per il piacere di approfondirli e carpirne il segreto. Con l'età la voglia di scrivere si è accentuata, perché ho più tempo a disposizione. Quando termino un capitolo o qualche pagina sono soddisfatto, perché ho scritto ciò che pensavo e volevo scrivere. Non ho sprecato il tempo inutilmente.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
La vita reale è molto lontana da ciò che scrivo, per il semplice motivo che alla mia età si deve andare avanti anche se ciò che vivi non ti piace. In questo libro come in altri, rappresento le varie facce della realtà odierna, senza calcare la mano più di tanto. I personaggi di questo libro vivono la loro realtà ovattandone la crudezza, ma dimostrando ottimismo nel futuro. La ricerca della positività e mai dell'indifferenza, rendono questi uomini molto reattivi, anche perché vivono insieme in uno spazio chiuso. La loro mentalità ha una sua strada che li porta a collaborare perché da soli non avrebbero futuro.
Questo è ciò che pensa anche l'autore: senza armonia, senza eclettismo mentale e rispetto assoluto per gli altri, la vita diventa un orrore.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
La solidarietà tra le persone è fondamentale per superare qualsiasi pericolo. Il coraggio, il rispetto, la solidarietà e l'amore superano qualsiasi ostacolo. La realtà potrebbe essere diversa, ma noi confidiamo nella buona stella.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è stato semplice trovarlo. Era nato molti anni fa come P30T, poi col tempo ho aggiunto il resto: Viaggio tra scienza e avventura.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In genere quando viaggio porto sempre un notes con una penna biro legata. In viaggio non amo molto leggere, perché sono distratto da altre cose che osservo attentamente; la mia mente conserva personaggi e paesaggi.
Per cui, nell'ipotesi suggerita, probabilmente mi servirei del mio notes per trasferire la mia avventura in modo immediato sulla carta.
 
6. Ebook o cartaceo?
Non ho un'idea ben precisa di tale nuovo strumento. Personalmente preferisco il libro cartaceo forse perché alla mia età non è facile accettare tutte le novità. A parte ciò credo che con la vita sempre più attiva di oggi e di più in futuro un libro elettronico ha una sua utilità e comodità. Comunque sia non sono mai contrario alle novità per mentalità; la mia preparazioni è di tipo scientifico avendo una laurea in matematica e scienze biologiche e avendo insegnato queste materie per molti anni fino alla pensione.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
In verità non ho deciso da oggi, ma da quando avevo dodici anni. Ho fatto tutt'altro. Non ho mai smesso di scrivere dalle poesie ai racconti. Dopo essere andato in pensione ho deciso di finire ciò che avevo cominciato tanti anni prima.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Negli anni dell'adolescenza, avevo letto un bel libro di Jules Verne, “Ventimila leghe sotto i mari”, e poi un film con lo stesso titolo, mi erano piaciuti molto. Un giorno presi carta, cartone e carta colorata e creai un sommergibile; per diversi giorni lavorai alacremente e alla fine ero contento e felice. Amavo molto la scienza e così mi documentavo su molti dettagli. Anni dopo a scuola si parlò di viaggi stellari e fu molto interessante poter rispondere ai miei alunni.
Li invitai a stare con i piedi per terra, perché i viaggi nello spazio infinito erano un enorme punto interrogativo dato le distanze abissali tra i vari sistemi stellari. L'idea di continuare un racconto scritto da parecchio tempo, mi spinse a dare una veste più moderna, ma senza esagerare. Doveva essere un romanzo di avventura senza forzature, semplice, lineare e piacevole da leggere.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un lavoro pubblicato ha un valore unico per l'autore. La sua creatura prende corpo e vola verso altri lidi per farsi conoscere. É una grande gioia e soddisfazione.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia sorella, Francesca, stupenda persona.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come tutte le cose nuove possono diventare una nuova frontiera per il sapere, diffondendo più facilmente il piacere della conoscenza. Tuttavia è auspicabile che non si trasformi in uno strumento che isoli sempre più la persona.
 
 

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Mercoledì, 30 Maggio 2018 | di @BookSprint Edizioni