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18 Apr
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Intervista all'autore - Luciano Ventura

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Un’infanzia vissuta in periferia, un’adolescenza al centro città. Nato a Catanzaro, una città come tante con pregi e difetti, un luogo del Sud abitato da cittadini calorosi. E come tutto il Sud Italia, ha tante tradizioni, credenze e storie sommerse. Lavoro da molti anni in una grossa azienda di servizi e sono probabilmente prossimo alla pensione.
Due figli, uno ingegnere e l'altra insegnante. Ho avuto notevoli esperienze nel volontariato e nella gestione di un grosso centro sociale. Coltivo la passione per il fantasy ed il thriller. Da tanto mi diletto a scrivere brevi racconti che hanno la caratteristica di essere ambientati nella mia realtà.
Grazie a Booksprint e al suo manager Vito Pacelli - che ringrazio- pubblico il mio primo libro.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La sera o nei momenti liberi dal lavoro, durante la giornata, elaboro "a mente" le mie storie di cui la realtà mi offre gli spunti.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
King, Camilleri.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Nasce dal desiderio di raccontare una fantomatica storia di malasanità attraverso un personaggio che rispecchia la mia personalità. Un racconto intriso di "catanzaresità e calabresità" che aiuterà a scoprire aspetti di questi luoghi, poco per volta, delicatamente e con grande umiltà.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto. Tutta la mia vita da studente mi ha formato, ma soprattutto ha stimolato la mia curiosità che poi mi ha spinto a documentarmi. Ogni giorno scopro qualcosa che non sapevo e come un bambino continuo a meravigliarmi. La mia città ha un centro storico -nel quale vivo- abbastanza tortuoso, fatto di vicoli e stradine e da tanti palazzi dove in ognuno si nasconde qualche storia.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Tutt'e due. Utilizzare la realtà e le locations reali con un costrutto immaginario. Ma è anche un piacere scrivere, è un momento di relax e anche di evasione.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In questo racconto, c'è il personaggio principale -Alfredo- che ha di me la curiosità e la tenacia. Insieme a Ciro, portano avanti una indagine senza volerlo, anche se ciò che scopriranno non sarà piacevole, è sempre una avventura.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non in particolare, soltanto la mia compagna mi è stata vicino con grande pazienza.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ad un paio di miei amici. Mi hanno dato suggerimenti e stimoli che mi hanno incoraggiato a divulgare.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Tra non molto si. La carta costa e l'avvento di nuovi dispositivi hardware per la lettura, porteranno ad una diffusione notevole dell'ebook. Inoltre, non è da tralasciare il fatto che in un tablet o memoria varia, si possono portare con sé parecchi libri, senza peso, senza spazio occupato a casa.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ottima, attualmente usata quasi esclusivamente dai portatori di handicap visivo, potrebbe divenire uno standard soprattutto per i giovani che usano cuffiette. Potrebbe essere il mezzo che permette alla cultura di essere divulgata con semplicità.
 

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Mercoledì, 18 Aprile 2018 | di @BookSprint Edizioni