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05 Apr
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Intervista all'autore - Micky

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è come poter vivere una vita parallela in cui puoi fare qualsiasi cosa senza dare retta a nessuno, essere liberi di dire tutto ciò che si vuole. In definitiva è una grande espressione di libertà. Emozione unica ed indicibile consiste nel fatto di poter regalare un sorriso ad ogni lettore.


 

2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Più che altro ricordi un po’ sbiaditi di una infanzia malinconicamente sempre più lontana. Gli amici, le giornate al mare le corse in finite nei campi tra aranceti e uliveti secolari. I boss del posto con le loro storie vere e grottesche. In definitiva un salto nel passato con tanta nostalgia ma con la felicità d'averlo vissuto in pieno.


 

3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
É come un viaggio con delle tappe intermedie, come dei pezzi di un puzzle, completato il quale rimani a bocca aperta davanti alla maestosa bellezza di un tramonto. Il tutto percorso in compagnia di personaggi stravaganti, comparse fedeli e silenziose di uno splendido sogno.


 

4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Particolari difficoltà non ne ho riscontrate. Per "Vendetta Fredda" rispetto ad altri racconti mi è stato più semplice in quanto il titolo mi frullava per la testa da un po’. Vorrei sottolineare il perché ho scritto un racconto relativamente breve, in quanto credo che la lettura debba rappresentare per il lettore come una dolce compagnia che ti allieta le serate e non mandarti a letto più rintronato di prima.


 

5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Senza ombra di dubbio il Maestro Camilleri dal quale mi farei spiegare i segreti delle sue Monumentali opere, poter carpire qualche "Chicca" sul dietro le quinte di Capolavori come Maigret e Montalbano.


 

6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo tutta la vita. Sarà colpa dei pochi capelli.


 

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Preferirei rispondere a questa domanda, nel momento in cui, se mai arrivasse, potrò realisticamente, ma molto umilmente fregiarmi di un così onorifico titolo. La cosa che mi preme maggiormente in modo particolare è ringraziare il Dottor Pacelli e la Sua Splendida Squadra per la grande opportunità concessa ad un illustre sconosciuto come il sottoscritto.


 

8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Nasce dalla possibilità che i miei sogni, le sensazioni e la mia fantasia rimangano impresse in modo indelebile su carta. Lasciare qualcosa di mio, una seppur minima traccia del mio passaggio su questa terra. Più che di aneddoto parlerei di una vera e propria folgorazione da cui è nato il racconto. Precisamente in una di quelle sere che non si riesce a chiudere occhio. I Pensieri svolazzavano fino a farmi ritrovare alle cinque del mattino con gli occhi da paura seduto nel soggiorno di casa con davanti una tazza di caffè fumante, intento a fissare su carta i pensieri notturni.


 

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Tutto tremendamente fantastico, al punto da stentare a crederci. Con le dovute differenze è come aver partorito un Bimbo/Libro tutto mio. L’ho visto nascere, crescere minuto dopo minuto fino a diventare adulto, sperando che nel tempo non si deprezzi.


 

10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Oltre al Commissario… mia moglie splendida donna, dotata di una tagliente vena critica, nel contempo fantastica Motivatrice.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non essendo molto ferrato sull’argomento mi limito ad affermare che qualsiasi cosa possa rappresentare un passo avanti è da me bene accetto. Purché dietro al progresso non si celi un più subdolo regresso.


 

 

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Giovedì, 05 Aprile 2018 | di @BookSprint Edizioni