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26 Gen
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Intervista all'autore - Eleonora Galante

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Galatina, una città salentina in provincia di Lecce ma, all'età di 19 anni, mi sono trasferita a Roma per studiare Lettere e Filosofia all'università, attratta dalle opportunità di una grande città. Adesso insegno Italiano e Storia in un Liceo scientifico a 20 km da Roma. Ho sempre posseduto molta fantasia e tanto desiderio di trasfondere su carta personaggi e situazioni che costruivo nella mia mente a seconda delle esperienze quotidiane vissute. La mia fantasia è uno dei mille modi per interpretare la realtà, superarla e riderci sopra. Determina dentro di me una catarsi che rinvigorisce e trasmette coraggio ma anche serenità per affrontare le difficoltà.


 

2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il mio momento preferito è la sera, dopo aver terminato tutti i doveri della giornata. Arriva quel momento di pace, silenzio, condizione necessaria per la concentrazione e l'ascolto di sé, che mi trascina in un' altra dimensione. In questo preciso istante, quando il cielo è scuro e si intravedono dalle finestre solo le luci delle tv accese, sopraggiunge la tranquillità interiore e, nonostante la stanchezza, la freschezza mentale. Così la mia stanza si popola di esseri magici, streghe, fate, e tutto prende vita.


 

3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Adoro i romanzi storici. La mia autrice preferita è Carla Maria Russo. Trovo che la sua scrittura sia efficace, profonda, diretta, semplice ma incisiva, chiara e puntuale nelle descrizioni.


 

4. Perché è nata la sua opera?
Per il desiderio di raccontarmi, creando un alter ego che rappresentasse, in un mondo fantastico, le mie paure personificate. Spesso ignorarle ci conduce al silenzio e alla solitudine, quando invece sarebbe utile guardarle negli occhi come se potessero rispondere allo sguardo e consapevolizzarci sulla loro presenza. Questo ci aiuta a vederle, riconoscerle, sfidarle, vincerle e superarle, spesso anche ridendoci su.


 

5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale ha influito moltissimo perché, partendo proprio dalle situazioni quotidiane, ho maturato la capacità di trasformare e ridimensionare il mondo "adulto" attorno a me in un mondo più semplice e infantile. Ho dato un volto ad ogni mia paura, immedesimandomi nella protagonista che prima rifiuta ma poi con coraggio lotta per avere un posto all'interno della realtà. Credo che la scelta della fiaba abbia dato la possibilità di coinvolgere non solo i bambini ma anche il pubblico adulto, affascinato dall'ironia e dalla dimensione fantasiosa con cui vengono analizzati i problemi concreti.


 

6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è entrambe le cose: evadere dalla realtà raccontandola e ironizzandoci su o portando all'estremo delle situazioni che, di conseguenza, risultano buffe pur nella loro drammaticità. Si racconta la realtà per accettarla ed edulcorarla ma anche per analizzarla e capirla. Una volta compresa si evade da essa e, più si avanza con la scrittura, più ci si legge dentro, nel profondo e ci si rinchiude in una dimensione intima che ha lo scopo di rappresentare, al contrario, l'universale.


 

7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è tutto di me. Ogni personaggio descritto ha una precisa funzione, anche quelli puramente inventati. Ognuno di essi rappresenta una parte di me: la parte severa, la parte timida, quella curiosa, avventurosa, furba, tenera, risentita, arrabbiata. Mi sono scomposta in mille "altri me" per raccontare proprio la lotta con me stessa che, alla fine, mi ha comunque condotta alla comprensione e all'accettazione non solo della realtà attorno a me ma soprattutto di me stessa.


 

8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno in particolare e tutti in generale. Tutti i miei affetti hanno contribuito a infondermi coraggio attraverso le lunghe chiacchierate e le confidenze. Ho imparato a confrontarmi e dialogare ascoltando ogni punto di vista diverso dal mio, accettandolo. Ho maturato la capacità di aprirmi e raccontarmi senza vergogna, affidando agli altri i miei pensieri e le mie riflessioni. Questa analisi ha cancellato il timore del giudizio altrui e ha fatto fiorire la speranza che tutti possano immedesimarsi nella protagonista, vivendo con lei e come lei ogni attimo della realtà.


 

9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ho fatto leggere il primo romanzo ai miei genitori e al mio fidanzato, le persone il cui parere so essere sincero e obiettivo, nonostante la vicinanza affettiva. I loro sorrisi durante la lettura e il loro stupore per la fantasia avuta o per le situazioni buffe ma incisive costruite, mi hanno spinta a inviarlo presso la casa editrice BookSprint al fine di una pubblicazione. Ho sperato che, leggendolo, anche gli altri sorridessero e si immedesimassero nelle vicende.


 

10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Secondo me l'ebook rappresenta un mezzo efficace per ovviare alle difficoltà di chi non ha possibilità di avere sempre con sé la copia cartacea, spesso ingombrante. Quindi ne riconosco pienamente l'utilità. Certo, il profumo dei libri e delle pagine sfogliate credo sia tutta un'altra cosa. Permette di creare un legame simbiotico con il proprio libro, generando il piacere di percepirlo sulle dita e di sentirlo come una parte di sé, come un qualcosa che ci rappresenta e che ci identifica.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia una cosa eccezionale. Accostare le immagini al suono delle voci permette, non solo ai più piccoli, di percepire tutte le sfumature di significato delle parole o tutte le sensazioni di chi pronuncia un discorso. Inoltre permette di sviluppare maggiore fantasia perché, tramite le parole, i personaggi prendono vita anche nella mente di chi ascolta. Si creano proiezioni in movimento delle immagini che si osservano sulla carta. e, in un'epoca in cui non c'è più spazio per l'immaginazione, esso rappresenta un ritorno al passato e una sfida per il futuro, attraverso l' accostamento della tecnologia alla fantasia.


 

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Venerdì, 26 Gennaio 2018 | di @BookSprint Edizioni