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05 Gen
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Intervista all'autore - Daniel Righetti

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è un modo per sfogare le mie emozioni, buttare su carta ciò che mi pesa del meccanismo che hanno creato nella società moderna e raccontare gli errori che a volte possono capitare ma che nessuno segue perché ritenuti di poca importanza.


 

2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Della mia vita poco, o quasi niente, il libro è un insieme di racconti di persone, della loro vita o di quella di un loro caro venuto a mancare che la società ha ignorato.

Cosi facendo è nato il protagonista.

 

3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Sbagliare è uno dei diritti più belli che abbiamo. Semplicemente il libro vuole raccontare la storia di questo ragazzo che prova a salvarsi da solo.

È un invito ai giovani che vuole far loro capire che errare si può, ma se si esagera bisogna farsi aiutare.

 

4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
In realtà è nato prima il titolo della storia.


 

5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Eragon.


 

6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo, anche se la comodità di e-book è molto valida.


 

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
È nato tutto per caso in un momento di crisi e avevo bisogno di sfogare la mia tensione su qualcosa.


 

8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’ idea nasce da un racconto di un ragazzo che si è salvato grazie alla sua famiglia e ho voluto creare ciò, ho voluto esaltare il problema del protagonista per far capire che il problema esiste ed è poco trattato e chi ne soffre poco spesso chiede aiuto.


 

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Indescrivibile, una cosa bellissima.


 

10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Una mia cara amica che mi ha spinto a pubblicarlo: Katia


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Innovativa e particolare, ma preferisco la carta.


 

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