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04 Gen
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Intervista all'autore - Gianni Monticelli

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è il mettere sulla carta delle emozioni già provate, quindi è un rivivere la stessa emozione con il desiderio o la presunzione di far rivivere la stessa emozione a chi mi leggerà.

Alcuni sentimenti sono mutuati da emozioni di altri da me assimilate come fossi carta assorbente ed in questo caso mi sento tramite ad altri delle mie esperienze

 

2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Laconicamente... tutto. In realtà essendo in gran parte una raccolta di poesie c'è un pizzico di fantasia mescolata con cruda realtà. Nei racconti invece le due cose sono ben distinte. Nel "zibaldinuccio" c'è follia.


 

3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Dato che è una raccolta di scritti stesi durante la mia vita il significato è quello di lasciare una memoria: a pochi od a tanti fa lo stesso!


 


4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Semplicissima siccome la raccolta è una esternazione di mie intime emozioni, mi sembrava automatico chiamarla "Mutande alla finestra" ovvero il mio "capo" intimo esposto al "pubblico ludibrio" e a rappresentare visivamente il tutto, mi è venuta comoda la foto che scattai tempo addietro, mi pare in una viuzza di Siena, e che ora campeggia in copertina...


 

5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Beh, sicuramente Robinson Crusoe perché sarebbe un bel "manuale" di sopravvivenza e porterei con me libri di Guareschi che amo per il suo garbato modo di scrivere divertente seppur impegnato.


 

6. Ebook o cartaceo?
A casa cartaceo e mai più. In viaggio ci sta l'ebook per ovvi motivi di praticità.


 

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Mai nel passato e tanto meno ora: ho scritto per il piacere di scrivere che ho assunto solo verso la fine del mio periodo scolastico terminato con gli studi superiori.


 

8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea di questo libro è scaturita semplicemente dal desiderio di raccogliere una buona parte di ciò che ho scritto durante la vita.

Un amico poi mi citò Benedetto Croce  "fino a 18 anni tutti scrivono poesie, dopo solo i poeti od i cretini" al che decisi di raccogliere il tutto in un libro per capire quanto sono cretino.

 

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Senza alcuna velleità di ricevere consensi è comunque un piacere, in quanto dietro si nasconde comunque il lavoro mio e quello di tante altre persone.


 

10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ma penso per la maggior parte mia moglie in quanto spesso le facevo leggere le poesie una volta scritte. Per intero credo nessuno.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Personalmente non mi sono mai rapportato con questo supporto, penso che, come tutte le cose, abbia una sua utilità, è importante però che il prodotto sia ben costruito ed utilizzato per le situazioni in cui sia necessario.

Tengo a sottolineare che la lettura fisica di un libro cartaceo è, a mio parere, formativa sia per la didattica che per lo sviluppo della fantasia del lettore e quindi imprescindibile.

 

 

 

 

 

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