Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

Logo
Stampa questa pagina
30 Dic
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Domenico Turtoro

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nato e cresciuto a Crotone, una ridente città sita sulle sponde del mare Ionio. La mia infanzia, purtroppo, non è stata molto felice, a causa del periodo post-bellico, quando si aveva bisogno di tutto e non si possedeva niente. A peggiorare le cose, la mia condizione di orfano di guerra, che ha condizionato la mia vita e, forse, anche il mio carattere, ancora oggi restio a socializzare.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Gli adolescenti di oggi sono portati verso la tecnica, condizionati dall'era in cui viviamo. Tablet, computer, playstation, e altre diavolerie del genere, accompagnano la loro crescita uniformandola alle loro esigenze esistenziali. Credo tuttavia che anche in questo campo ci siano delle eccezioni e a questi giovani, che ancora fanno parte di questa fetta adolescenziale, consiglierei tre libri dello scrittore Nino Salvaneschi: Saper Soffrire- Saper Credere-Saper Amare



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Nella Società di oggi tutte le innovazioni sono bene accette. Alcune con riserva, come l'e-book che, tuttavia, è destinato a diffondersi, grazie alla tecnologia che ha già messo in atto i mezzi necessari per la sua diffusione. Tuttavia credo che il passaggio dal cartaceo al digitale sia ancora lontano e duro a ...morire.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Credo sia un amore ponderato, che sfocia in un colpo di fulmine quando nel cassetto c'è abbastanza materiale per diffondere le proprie idee, le emozioni inascoltate di gioventù, accantonate per essere tirate fuori al momento opportuno.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Il bisogno di esternare i miei pensieri sulla vita di tutti i giorni, che è diventata un vero bollettino di guerra. Scrivo per ricordare le cose belle o brutte che accadono, trasferendo nei miei personaggi le cause e le reazioni che scaturiscono da questi eventi.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Io dico sempre che dopo la tempesta arriva sempre il sereno. Al lettore la capacità di discernere quando ci sarà un cambio di rotta, un'inversione di marcia, che non può non venire, e sarà carico di speranze e aspettative per tutti.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Tutte e due le cose. Quando mi sono accorto di avere abbastanza carne sul fuoco, con l'ausilio di alcune Case Editrici, ho apparecchiato e invitato al banchetto parenti, amici conoscenti.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Non uno, ma tanti e quale menzionare è difficile. Il libro è suddiviso in due racconti e in entrambi i casi si possono cogliere i momenti più significativi del mio vivere quotidiano. Nel primo la necessità di costruire con la fantasia un'isola dei sogni dove rifugiarmi nei momenti meno felici; nel secondo la capacità di sottrarmi alle difficoltà della vita e riemergere a nuova esistenza, mettendo in atto metafore e aspirazioni..



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

Più di una volta, soprattutto quando la fantasia non mi veniva in aiuto e facevo fatica ad esprimere i miei pensieri. Tuttavia ho fatto ricorso alla forza di volontà e sono andato avanti con tenacia, arrivando alla pubblicazione di questo 5° libro.



10. Il suo autore del passato preferito?

Uno scrittore russo dal nome Ivan Kossorowsky che ha scritto un'opera che, personalmente, ritengo un capolavoro della letteratura mondiale: Sonia la deportata in Siberia. Sono molto legato a questo libro, suddiviso in 200 fascicoli per un totale di 3000 pagine, tanto che ogni 3 o 4 anni lo rileggo sempre volentieri.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

L'audiolibro è un metodo di lettura che, a mio avviso, ha superato ogni aspettativa, arrivando a fare la felicità dei tanti non vedenti. Riscoprire di poter rileggere, sia pure attraverso le parole di un lettore, un libro caro del quale si era persa perfino la memoria, è una cosa talmente emozionante che fa addirittura sognare e...sperare. Il progresso è inarrestabile e sciorina tante di quelle invenzioni che un domani ci potrà toccare anche di persona.



 

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 

Sabato, 30 Dicembre 2017 | di @BookSprint Edizioni