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21 Dic
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Intervista all'autore - Vittorio Sicignano

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Posso dire che mi approccio ai testi che compongo con molta naturalezza. Credo sia proprio quello il segreto di una buona scrittura o di una qualsiasi altra forma d'arte: la naturalezza. Le emozioni che provo cerco di convogliarle al testo e farle vivere attraverso di esso per fargli prendere forma e spessore. Sono quelle emozioni presenti in ogni essere umano che ognuno esprime a suo modo, nel mio caso ho scelto la scrittura.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Potrei dire praticamente tutto o praticamente niente. E' un racconto che nasce dal nulla e prende forma nel tempo, nelle vicissitudini che hanno caratterizzato la mia vita nel corso della stesura di questo testo. Ho fatto confluire le mie emozioni e stati d'animo nel cuore del protagonista che indirettamente ha raccontato una storia caratterizzante i miei prosegui altalenanti, paure, gioie, ambizioni.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

E' significato tanto. E' stata per me la contemplazione di una passione che voglio perseguire fino in fondo. Non sarà né il primo né l'ultimo ma per ora è davvero una grande soddisfazione.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta del titolo è stata alquanto semplice. L'ho subito inquadrato nella mia mente. "La mia gabbia d'oro", sinonimo di contraddizioni, paradossi, che prendono vita nel cuore e nell'anima del protagonista.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Non vorrei un libro in particolare ma mi sarebbe piaciuto stringere la mano a Sigmund Freud, un uomo dall'innata intelligenza e lungimiranza. Una mente raffinata che ha sempre suscitato in me quell'ammirazione incondizionata.



6. Ebook o cartaceo?

Cartaceo tutta la vita. Penso che l'Ebook non abbia anima, mentre un cartaceo parla direttamente al lettore e attrae completamente la sua attenzione.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Sin da bambino ho avuto questa predisposizione, è cresciuta con me e ha preso forma nel tempo. Man mano ho affinato le mie tecniche introducendo all'interno dei miei testi sempre più particolari caratterizzanti il mio stile. Non ho deciso di diventare scrittore, semplicemente scrivo e provo a far assumere a cose apparentemente insignificanti un valore allusivo tale da renderle speciali.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

L'idea di questo libro prende forma circa tre anni fa. Ero nell'auditorium della mia scuola e uno scrittore, ora famoso su scala nazionale, mi invitò a lasciare il posto per una mia condotta alquanto infantile. Preso dal senso di rabbia che provai in quel momento decisi di provare a scrivere un libro. E' un aspetto comico che però è stato l'input principale per il quale ho iniziato questo romanzo.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

E' una sensazione indescrivibile. Senti che una parte di te ha preso vita: è quasi paternità, un senso di forte appartenenza.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

L'ho sottoposto ad alcuni amici e familiari. Il primo non lo ricordo ma i primi sono stati questi ultimi.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Come ho precedentemente scritto per l'ebook per me l'espressione migliore del testo avviene attraverso la comunicazione cartacea. Non disprezzo questi nuovi metodi ma nemmeno li condivido.



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