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11 Dic
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Intervista all'autore - Daniel Ferruzzi

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Mi chiamo Daniel Ferruzzi e vengo da un piccolo paesino vicino Firenze, di nome Greve in Chianti. Sono per metà polacco, ho 14 anni e frequento l'istituto Tecnico informatico A. Volta a Firenze. Sono "scrittore" da quando andavo alle elementari. Ovviamente non scrivevo libri, ma mi divertivo comunque a creare delle specie di fumetti con disegni e nuvolette di testo. L'idea di scrivere un libro mi è, ironicamente, venuta in mente solo quando lo finii. Infatti, rileggendo uno di questi molteplici "fumetti" mi accorsi, in terza media, che avevo fatto una storia veramente lunga. Cominciai a riscrivere queste vicende ormai vecchie di anni, fino a tirare fuori un libro vero e proprio.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Non ho un vero momento dedicato alla scrittura. Scrivo quando mi sento ispirato e di buon umore. Possono passare periodi in cui non tocco il documento nel quale ce l'ho salvato per settimane, come possono passare periodi in cui passo i pomeriggi davanti al portatile. Penso che sia tutto collegato al mondo dei videogiochi, parallelo per me a quello reale, nel quale passo momenti particolarmente gioiosi a momenti noiosi o addirittura frustranti.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Il mio autore contemporaneo preferito è senza ombra di dubbio Patrick Ness, e di lui amo la trilogia di "Chaos". Cercherò di non fare spoiler a riguardo, ma la cosa che mi piace di più dei suoi libri è come riesca a far sembrare normale un mondo del tutto diverso dal nostro. Penso che questa cosa si possa vedere nel mio titolo (Anche se sono ancora a livelli infinitesimali rispetto al suo)




4. Perché è nata la sua opera?

Il perché credo proprio che rimanga un mistero. Se lo si intende come scopo posso dire che è nato perché mi sentivo in dovere di scrivere. Se invece lo si intende come quali cause hanno portato alla scrittura del libro, credo che la risposta rimarrebbe comunque una sensazione di dovere verso la scrittura. È come quando hai un'incredibile voglia di fare qualcosa e la fai, senza freni o ripensamenti.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Molto. Veramente molto. Ancor prima che uno scrittore io sono un videogiocatore. I videogiochi sono la mia primissima passione e penso che siano la cosa in cui mi rivedo maggiormente. Non a caso le vicende del mio libro sono narrate in un mondo preso da Minecraft, e il modo in cui ho cercato di renderlo il quanto più naturale possibile indica quanto io sia immerso in questo mondo.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Penso che anche questa domanda abbia a che fare con i videogiochi. Possono esserci molti punti di vista. Considerando che la mia realtà sta dentro ai dispositivi elettronici, allora scrivere è una parte della mia realtà. E non pensate che sia triste per ciò. Non va presa come un'isolamento dalla realtà ma come una via verso un'altra realtà, che magari agli altri sembra falsa, e viceversa. Quindi diciamo che tra i due estremi, penso che sia un modo per raccontare la realtà.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

È sorprendente pensare che la versione "primordiale" del libro, ovvero i fumetti che facevo alle elementari, avessero proprio me come protagonista. Mentre scrivevo era come se io fossi li, e come se io prendessi le scelte dei personaggi. Scrivere mi piace tantissimo proprio per il livello di immersione che offre. Ad un certo punto, mi sono ritrovato a creare degli scenari con le mie scelte, via via che scrivevo, che non mi sarei nemmeno aspettato. In ciò che ho scritto c'è un buon 99,9% di me per questo. Come ho già detto, scrivere è una delle mie realtà.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Qualsiasi cosa tu faccia, si fa meglio se c'è qualcun'altro. E con questo intendo dire che il mio libro sia stato scritto in un certo senso da una marea di persone. Tutto ciò che ho vissuto è stato tale grazie ad altre persone, e buona parte di ciò che ho vissuto sta nascosto fra le righe del libro. Ma se c'è qualcuno che è stato veramente fondamentale quella persona è colui a cui ho anche scritto la dedica alla prima pagina. Luca, se stai leggendo questo sappi che sto parlando di te, e sai esattamente il perché.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Oltre a me stesso la prima persona ad aver letto il libro penso che siano stati i miei amici alle elementari. Non ho ricordi definiti di quei tempi, ma sono certo che le mie storie divertissero molti dei miei amici ai tempi. La prima persona ad aver letto il libro quando non era più un fumetto ma un lungo testo su un quaderno, è Alino, un mio grande amico, anche lui appassionato di videogiochi. Penso di doverlo ringraziare per tutta la sua collaborazione ai tempi.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?

Per quanto si possa pensare che io sia un amante di telefoni e computer (ed è vero) devo ammettere che gli ebook non potranno mai superare i libri cartacei. Semplicemente la sensazione che ti da un libro che hai letto, appoggiato su uno scaffale, ti fa rivivere in un nanosecondo tutte le ore passate a sfogliare le pagine la sera. Per me gli ebook sono ancora imperfetti, ma come la scrittura è nata su tavole d'argilla per poi passare a carta, sono abbastanza convinto che presto gli ebook diventeranno un'alternativa valida. Fino ad allora la mia risposta è no.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Ho un fratello più piccolo di me, che ha qualche problema con la lettura e scrittura, e devo ammettere che l'audiolibro è veramente fondamentale per lui. Bambini e persone come lui, che possono concentrarsi o sul leggere o sul comprendere ciò che leggono, senza possibilità di fare le due cose assieme, stanno certamente vedendo il loro svantaggio dissolversi un po' di più. (Inoltre ammetto che quando non ti va di leggere, farsi leggere il libro è una bella comodità anche per me!)


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Lunedì, 11 Dicembre 2017 | di @BookSprint Edizioni