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16 Ott
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Intervista all'autore - Rachele Armillotta

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere è un modo di esprimersi, un'arte come possono esserlo il disegno o la musica e che non finisce nella stesura o nella lettura di un libro, ma si spinge ben oltre.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

La trama di "Hanba'al" è estranea per la maggior parte alla mia vita reale. Tuttavia, le idee e le emozioni che la storia vorrebbe trasmettere e che hanno guidato il protagonista durante tutta la vicenda sono le stesse che avevo cinque anni fa al momento della scrittura, e che conservo tuttora.


3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Scrivere la storia di Hanba'al è stata una bellissima avventura, che forse ha coinvolto me più dello stesso personaggio. Reperire informazioni sui Fenici, lavoro a volte impegnativo, mi ha permesso di proiettarmi in un mondo nuovo allora misterioso e pieno di sorprese, che risale a ben 2500 anni fa.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

In realtà, non c'è stata una vera e propria scelta: mentre scrivevo, il titolo è venuto da sé. "Hanba'al", il nome del protagonista, è risultato subito il più adatto ad evocare, in un'unica parola, il fascino della cultura fenicia, civiltà per noi distante e misteriosa.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Premetto che, se dipendesse da me, in un'ipotetica isola deserta porterei più di un libro. Comunque, se la scelta dovesse ricadere su uno solo, preferirei la compagnia de "Il signore degli anelli" di J. R. R. Tolkien, opera che mi ha accompagnato per molto tempo subito dopo la stesura di "Hanba'al" e che è stata per me un'inesauribile fonte di ispirazione nella scrittura di altre storie.



6. E-book o cartaceo?

L'E-book rappresenta ormai la nuova frontiera della lettura e le sue numerose potenzialità sono innegabili. A mio parere, tuttavia, sfogliare le pagine di un buon libro conserva ancora il suo intramontabile fascino.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Cinque anni fa è avvenuto il mio primo serio approccio con la scrittura e allora l'esperienza mi ha coinvolta a tal punto che non ho voluto più rinunciare al delicato piacere insito nello scrivere.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

"Hanba'al" nasce cinque anni fa come compito delle vacanze estive di italiano: la professoressa aveva proposto la stesura di un racconto più lungo dei soliti temi e io ho raccolto la sfida, decidendo di cimentarmi nell'ambito storico con una civiltà di cui non conoscevo ancora molti aspetti.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

È come avere la possibilità di toccare con mano un sogno rimasto a lungo chiuso in un cassetto: quasi non si riesce a crederci e la soddisfazione è tanta. Inizialmente ero titubante riguardo alla pubblicazione, ma adesso sono felice della mia scelta.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Mio padre è stato il mio primo lettore, quello che mi ha spronato fin da subito a divulgare questo mio scritto, senza però riuscirci. È stato solo anni dopo, grazie ad ulteriori incoraggiamenti di amici e parenti, che mi sono convinta della validità dei loro consigli e mi sono "arresa" alla stampa del libro.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

L'audiolibro è sicuramente una nuova ed interessante risorsa: "ascoltare un libro" ad occhi chiusi permette all'ascoltatore-lettore di viaggiare più liberamente con la fantasia, trasportato dalla storia in mondi ancora inesplorati.  


 

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Lunedì, 16 Ottobre 2017 | di @BookSprint Edizioni