Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

Logo
Stampa questa pagina
06 Set
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Paola Manusia

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere per me rappresenta un ottimo modo per discostare la quotidianità. Vivo freneticamente dunque scrivere mi consente di vivere in un tempo collaterale. Varcando i miei mondi immaginari e colloquiando con i miei personaggi mi apro ad una sfera emotiva straordinaria e della quale non posso più fare a meno.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Sono presenti alcuni fatti che ho volutamente romanzato. Nello specifico, la separazione dal contesto famigliare del mio personaggio principale. Non ho ricordi positivi della mia famiglia così ho voluto che l'intera vicenda di Marta Phipps avesse come punto iniziale un distacco dalla sua. Una nota amara purtroppo ma necessaria per poter scandagliare le mie emozioni in tutte le loro forme.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Scrivere quest'opera ha rappresentato per me un vero e proprio mettermi alla prova. Sono appassionata sia della scrittura che della lettura. Produrre un libro però è ben altra cosa. Mi sono messa in gioco fino in fondo, ogni giorno. Ammetto di esserne stata orgogliosa nel momento in cui ho digitato il punto finale nell'ultimo capitolo.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Ho avuto, sin da subito, le idee molto chiare. Sono una pensatrice di notte e una sognatrice di giorno. Non ho faticato per trovare un titolo che fosse adatto alla storia. Dopo le prime pagine scritte avevo già deciso. "Zucchero, miele e veleno" e quello è rimasto.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Porterei con me i libri di Carlos Ruiz Zafon. Adoro il suo stile letterario che ha saputo conquistare anche il pubblico adulto nonostante le trame dei suoi libri siano avvolte da un alone misterioso spesso meta di giovani lettori.



6. E-book o cartaceo?

Avendo anche un blog di scrittura personale ho notato che molti miei followers erano in attesa del mio libro cartaceo. Sono dell'avviso che l'odore della carta stampata, rilegata e impreziosita da una bella copertina non ha eguali. Trovo che l'e-book sia una comodità tecnologica indubbiamente all'avanguardia. Un libro tra le mani conserva un fascino d'altri tempi cosa alla quale io non potrei mai rinunciare.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Scrivevo già da piccola. All'età di sette, otto anni passavo ore a inventare storie e personaggi. Raccoglievo i miei racconti in agende che dopo ore di lavoro si trasformavano in fagotti di carta piuttosto spessi. Non ho mai smesso di scrivere fino a quando non mi sono resa conto che ero pronta per fare il grande salto ovvero scrivere al fine di essere letta.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Il mio libro nasce dal desiderio di cambiamento. Tanto il mio personaggio trova il coraggio di lanciarsi in una vita rinnovata, abbandonando per così dire il vecchio mondo, tanto ho fatto io. Scrivere dalle quattro alle sei ore al giorno ha rinnovato il mio vecchio stile di vita insegnandomi a proporzionare senza sprechi, il tempo all'interno delle ventiquattro ore. L'aneddoto sta nel desiderio di cambiamento, coraggio e spensieratezza elementi più che mai necessari per poter vivere e non sopravvivere alla vita.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Ho lavorato per mesi senza mai pensare a come mi sarei sentita una volta terminato. Ho vissuto un piacere quotidiano divertendomi. Una volta concluso il lavoro ho preso atto d'aver scritto un libro e la soddisfazione è stata notevole.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Ho fatto leggere il libro a mia suocera una lettrice incallita. Il suo entusiasmo è stato contagioso. Non la ringrazierò mai abbastanza per avermi accompagnata in questo viaggio unico!



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

L'audiolibro è una frontiera che sta sovvertendo anche alcuni metodi di insegnamento. Sono una realtà emergente che si sta facendo largo a piccoli passi dunque ben venga.

 


 

Acquista il Libro sul nostro ecommerce