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04 Set
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Intervista all'autore - Linda Cipoloni

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Mi chiamo Linda Cipoloni, ho 21 anni e sono nata a Melzo, in provincia di Milano. Tuttavia, ricordo poco o niente perché i miei genitori si sono trasferiti in un paesino dell'Oltrepò pavese, dove vivo attualmente, quando avevo pochi mesi. La mia passione per la lettura, e di conseguenza, per la scrittura, mi ha sempre accompagnata in ogni aspetto della mia infanzia e adolescenza. In particolare, mi hanno sempre affascinato i libri fantasy, popolati da creature come vampiri, streghe e lupi mannari. Di conseguenza, non mancavano di certo storie di questo genere tra quelle che mi divertivo a scrivere. Ho sempre scritto. Questo non vuole dire che portavo a termine ogni singola storia, ma mi divertivo a creare nuovi personaggi e a fargli vivere mille avventure. E lo stesso è avvenuto con "London's Calling".



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

La voglia di scrivere caratterizza ogni attimo delle mie giornate, ma devo ammettere che prediligendo la sera in generale mi viene più facile scrivere una volta calato il sole.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Senz'ombra di dubbio: J.K Rowling, la creatrice di quel mondo in cui tanto mi piaceva, e mi piace tutt'ora, rifugiarmi per scappare dalla realtà fin troppo "babbana".



4. Perché è nata la sua opera?

La mia opera è nata dalla passione smisurata che ho per Londra. Se è vero che ognuno ha il proprio posto nel mondo, per ora Londra sembra essere il mio. Non è stato certamente un amore a prima vista, più un odio direi, ma col tempo ho imparato ad amare questa bellissima città e a scoprirla nuovamente ogni volta che ci mettevo piede. Tra pochi giorni avrò la fortuna di metterci piede ogni giorno, dal momento che mi trasferirò lì definitivamente.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Vivere in un paesino di campagna di poco più di mille abitanti ha certamente contribuito a stimolare la mia fantasia, dandomi la libertà e la creatività di cui avevo bisogno, e di cui ogni bambino dovrebbe avere bisogno. Vivere nella natura sconfinata mi ha permesso inoltre di vivere molte avventure e di passare gran parte delle mie giornata all'aperto.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Come ho ribadito precedentemente, scrivere per me è un'evasione. Leggendo e scrivendo è possibile vivere più di una vita, assumendo diverse identità; vagare con la mente alla ricerca di un posto sicuro, libero, sconfinato.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Molto, se non tutto. Ho sempre ribadito che il mio libro non fosse un'autobiografia, ma in realtà è proprio quello che è. Il mio libro non parla che di una giovane ragazza che decide di seguire il suo sogno di andare a studiare a Londra, ovvero lo stesso viaggio che sto per compiere io stessa. Dalla passione per il tè, a quella del giornalismo, alle stradine artistiche di Notting Hill, agli immensi parchi che pullulano di scoiattoli, questo libro è una descrizione del mio amore per Londra.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Se non fosse stato per la mia migliore amica, probabilmente non sarei mai andata a Londra, non perché non ne avessi le possibilità, ma semplicemente perché non mi interessava. Sarebbe stato l'ultimo posto in cui mi sarei mai immaginata di andare in vacanza, tanto che nella mie lunghe liste dei luoghi prediletti per future vacanze, dell'Inghilterra neanche l'ombra. L'occasione è arrivata siccome la mia cara amica, essendo inglese, ogni estate andava a trovare i parenti in Galles, fermandosi per qualche giorno nella capitale Britannica. Quell'anno, il 2013, l'accompagnai, e il resto è storia.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

La prima versione è stata letta dalla mia amica citata precedentemente, e il romanzo completo dai miei genitori.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Personalmente non credo, o almeno mi piace pensare che non lo sarà. Questo perché il mio amore per i libri comprende il libro in sé, il profumo emanato dalle pagine di un libro dimenticato sugli scaffali di una biblioteca, il contatto con le pagine. Se tutto questo dovesse essere rimpiazzato da uno schermo non sarebbe lo stesso. Tuttavia, io stessa mi ritrovo a leggere qualche ebook ogni tanto e ne riconosco la comodità.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

La trovo più interessante rispetto all'e-book, in quanto permette di immergersi ancora di più in un racconto. Alla fine i racconti hanno la loro origine proprio nel cosiddetto "storytelling". Inoltre, se il libro viene raccontato proprio dall'autore si viene a creare un legame più profondo con il lettore.

 

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Lunedì, 04 Settembre 2017 | di @BookSprint Edizioni