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16 Ago
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Intervista all'autore - Gianni Petolla

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nato a Villafranca di Verona e da quanto mi ha sempre detto mia madre, in una notte serena con tanto di luna piena. Poi mi sono trasferito per viverci fino al matrimonio in un paesino poco lontano, la Rizza situato nella rigogliosa e prospera campagna veronese.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

La Bibbia, libro che ha caratterizzato tutto il mio percorso umano e di fede, scoperto, aimè, solo in età avanzata.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

È una moda, come il CD a scapito dell'ellepì, moda che ora, dopo tanto tempo, fortunatamente sta tramontando.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Da sempre narratore mi sono scoperto "scrittore" spinto da mia moglie e da una carissima amica di nome Wally che più "esperta" di me, affiancando mia moglie mia ha spronato.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

La voglia di confrontarmi con la realtà di un mondo, ormai senza fantasia, destinato a scontrarsi con i fantasmi che altri, per loro tornaconto, ti fanno credere reali.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Nessuno, tratta solo di un racconto di fantasia fine a sé stesso.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Diciamo che non è mai stato un mio sogno ma che scrivere un libro seguito poi da relativa pubblicazione, indipendentemente dal riscontro, è una grande soddisfazione.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Tanti e nessuno, è nato così, cavalcando vecchie storie da me già raccontate.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

No.



10. Il suo autore del passato preferito?

Colui che ha ispirato la Bibbia, autore che prima o poi conoscerò, spero.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Tendo a precisare che questo è un mio personale pensiero. L’audiolibro, per me è utile a chi soffre di problemi tanto gravi da richiederne il bisogno, per il resto credo sia tanto freddo e impersonale, e che tolga il piacere alla lettura e al lettore di poter dare, agli interpreti il racconto, un volto, una personalità, un timbro di voce, un carattere che si trovano ad affrontare mano a mano che ci si inoltra nella lettura, caratteristiche queste essenziali nella descrizione del racconto stesso.


 

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