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17 Lug
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Intervista all'autore - Giusy Matranga

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Premetto che non sono una scrittrice, per me è stato veramente difficile scrivere questo libro ma soprattutto completarlo, ad un certo punto stavo mollando tutto, non avevo più nessuna emozione, soffrivo molto nel vedere mio figlio stanco per il suo recupero, ma un giorno la mia psicologa vedendomi molto demotivata mi disse "Giusy devi farlo per te, devi raccontare tutto il tuo dolore per poter fare un passo avanti, altrimenti rimarrai intrappolata nei ricordi di quella maledetta sera, e poi lo devi fare anche per Davide, vedrai che man mano che lui migliora, tu riuscirai ad andare avanti". Infatti la dottoressa aveva ragione, ho faticato a scrivere perché dovevo ricordare cose che il mio cervello voleva allontanare.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Tutta la mia vita, mi sono messa completamente a nudo, soprattutto nel raccontare la tragedia che ha investito mio figlio e la nostra famiglia. Io sono una donna schietta, reale e, si capisce molto questo aspetto del mio carattere leggendo il libro, ho descritto molto bene il mio cambiamento, la nostra nuova vita insieme a Davide e a Matteo, spero che questo libro verrà letto da altre mamme che soffrono come me.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Scrivere il libro per me è stata una scommessa, ho voluto impegnarmi per poter fare un grande passo avanti, non volevo rimanere intrappolata nei ricordi dell' incidente, ho capito che anche se la vita deve andare avanti nessuno può cancellare i diciannove anni di mio figlio, voglio ricordare e gridare a tutti che io non sono più la donna di prima, scrivendo ho voluto far capire che non bisogna dimenticare il passato, bisogna far capire che dobbiamo aiutare le vittime della strada che rimangono invalide, dare a loro una seconda possibilità, dato che a loro è stato strappato un futuro per colpa di persone distratte al volante, persone che non vengono punite.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta del titolo è stata molto semplice e casuale, un giorno, ho letto sul calendario una bellissima frase, scritta da una grande attrice, sembrava messa li apposta per me. Chiamai mio figlio e gli dissi "Davide ho trovato il titolo del mio libro".



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Io non sono una grande lettrice, in passato ho letto alcuni libri di personaggi famosi, soprattutto delle biografie. Però se dovessi scegliere un libro porterei "Le parole che non ti ho mai detto" scritto da Nicholas Sparks perché è un romanzo che parla di amore tra marito e moglie e merita di essere letto.



6. E-book o cartaceo?

Sicuramente cartaceo, amo conservare i libri che leggo, anche perché, il libro cartaceo trasmette emozioni che un e-book non può trasmettere.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Durante il percorso riabilitativo di mio figlio e in seguito il tentativo di inserirlo in società, con un lavoro adatto a lui, ma trovando molte porte chiuse, mi sono resa conto che lo stato non è presente, queste vittime sono abbandonate, avevo e ho troppa rabbia nel petto, volevo urlare al mondo questa ingiustizia, Davide frequentava l' università e adesso non può più tornare a scuola, perché lui ha cancellato il passato, scrivendo ho pensato di essere ascoltata, magari dalle persone giuste con la speranza che si possa fare qualcosa di concreto. Tutto ciò che faccio è soltanto per lui.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Come ho scritto prima nasce dal desiderio di diffondere questo messaggio di ingiustizia, la voglia di raccontare il mio dolore e in seguito a questa tragedia la difficoltà di accettare una nuova vita che, non ci appartiene. Un futuro stravolto per colpa di altri. Questo libro inizialmente nasce come un diario che mi fu regalato da una grande amica e collega e mi colpì una frase molto profonda, scritta da lei, questa frase recitava "Giusy scrivi tutte le volte che sei triste, in questo modo nessuno potrà giudicarti, sarete solo tu e il foglio".



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Quando ho visto la copertina finita con la mia foto e quella di Davide mi sono emozionata, avevo gli occhi lucidi. Rimarrà un ricordo per Davide dato che lui non ha un passato, così potrà leggere per ricordare e conoscere realmente la sua mamma.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Sicuramente mio marito Luca, lui come noi ha trovato molta difficoltà nel ripercorrere il passato.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

La trovo eccezionale, io personalmente l’ho fatta provare a mio figlio nel periodo in cui si stava svegliando dal coma, alcuni giorni prima dell'incidente gli regalai un libro che non aveva mai letto, così abbiamo usato l' audiolibro per stimolarlo. Volevo vedere se ricordava quel libro molto famoso “Lo Hobbit”, ma nulla, ha cancellato per sempre il passato.

 

 

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Lunedì, 17 Luglio 2017 | di @BookSprint Edizioni