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17 Giu
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Intervista all'autore - Paola Masella

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nata a Lauria e vissuta a Potenza dove continuo a vive con marito, figli e nipoti. Mi sono laureata alla Sapienza di Roma in Lettere classiche e ho insegnato prima in vari paesi della Basilicata e poi nella mia città.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Non saprei. I libri che noi consideravamo importanti ai nostri tempi forse oggi gli adolescenti non vorrebbero nemmeno toccarli. I classici vanno sempre bene.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Io sono per il cartaceo ma penso che la tecnologia l'avrà vinta. Si perderà l'emozione di sentire il peso del libro fra le mani ma si guadagnerà spazio in casa.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

È un amore ponderato.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Volevo raccontare una storia di ragazzi con un po' di mistero che non guasta mai ambientata in un luogo che conosco.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Di continuare a leggere senza stancarsi. Io ho letto e leggo molto ma ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia di lettori a cominciare dai bisnonni.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Raccontavo storie a sorelle, fratello e cugine già intorno ai dieci anni. Erano storie a puntate che interrompevo nel momento più emozionante rimandando il seguito all'indomani e prendevo cuscinate e insulti a ripetizione. Quindi era un sogno nel cassetto fin da quell'età.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Nessun episodio specifico. Ho inventato e ho scritto e non sapevo all'inizio come avrei terminato la storia.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

No. Quando comincio una cosa la finisco anche se ci metto tempo.



10. Il suo autore del passato preferito?

Wilkie Collins.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Non saprei.

 

 

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