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01 Giu
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Intervista all'autore - Maurizio De Giglio

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nato e cresciuto a Bari. 11 anni fa mi sono sposato e mi sono trasferito ad Andria, dove insegno in un istituto superiore. A Bari ho potuto sviluppare una proficua attività teatrale e giornalistica, che mi ha aiutato molto nella crescita come scrittore.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Non ho dubbi a riguardo: “Moby Dick” di Melville. La potenza del libro, la ricchezza della sua allegoria, la capacità evocativa dell’eterna lotta tra l’uomo e il male, rappresentata mirabilmente nel capitano Achab e nella gigantesca balena, rendono Moby Dick un classico, che deve essere letto. E la sua stessa lettura non può che essere affrontata come un viaggio, che non può non affascinare i giovani.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Penso a quanto si legga poco in Italia. L’e-book, per il suo costo vantaggioso e per la facile reperibilità, può rappresentare uno strumento, per invogliare la gente a leggere di più. Tuttavia penso che il libro cartaceo non sarà mai completamente sostituito dall’e-book.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Per me, è stato un amore che è cresciuto nel tempo. Ho sempre cercato di migliorare lo stile. Mi sono sentito scrittore, quando ho capito di aver elaborato uno stile personale, che potesse attirare l’attenzione dei lettori.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Ho scritto questi racconti in diverse fasi della mia vita. Mi ha spinto l’esigenza di comunicare emozioni e dolori vissuti e ho cercato di raccontarli attraverso le esperienze dei miei personaggi.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Cerco attraverso le mie storie di stimolare una riflessione, di porre domande. Ho lasciato anche finali aperti ai miei racconti, proprio perché il lettore sia libero di dare la sua interpretazione.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Sì, era un sogno nel cassetto. La presa di coscienza è cresciuta pian piano e, come dicevo prima, quando ho acquisito la consapevolezza di aver sviluppato uno stile di scrittura, mi sono deciso a presentare il mio libro per la pubblicazione.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Per me, sono state le esperienze amorose vissute nell’adolescenza, a far nascere il bisogno di raccontare i sentimenti e le emozioni provate, elaborandole nelle storie, spesso inventate, dei miei personaggi. La piacevole sorpresa è che i racconti sono piaciuti a quella ristretta cerchia di persone, che li hanno letti.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

È il pensiero, che mi ha sempre accompagnato fino alla pubblicazione e che mi ha tolto il sonno. Ho dovuto superare molte remore, per decidere di portarlo in stampa.



10. Il suo autore del passato preferito?

Tra i romanzieri italiani dell’Ottocento, ho amato Ippolito Nievo. Mi ha interessato anche per la sua vicinanza a Garibaldi nell’Impresa dei Mille e per la sua tragica fine nel naufragio della nave “Ercole”, nel Mar Tirreno, al suo ritorno dalla Sicilia. Forse il primo mistero dell’Italia unita. Ne seguiranno altri, purtroppo.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Occupandomi dell’insegnamento ai ragazzi disabili, direi che è un ottimo strumento didattico. Penso anche che sia utile per avvicinare alla lettura, chi trova faticoso ed estenuante superare lo scoglio della prima pagina.

 


 

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Giovedì, 01 Giugno 2017 | di @BookSprint Edizioni