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07 Mar
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Intervista all'autore - Alessandra Cortese

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Sono cresciuta a pane e libri, dunque, per me, scrivere è il companatico. Da bambina, fra favole, racconti e romanzi, lessi il Piccolo Principe, mi piacque molto, ma riuscii ad apprezzare davvero la sua essenza con il trascorrere del tempo, emozionandomi. E che cosa c'è di più bello, del provare emozione? Un moto dell'animo che non si può descrivere, ma vivere! E che cosa c'è di più bello, del creare emozioni? E alé, carta, penna e calamaio, si fa per dire, e attingere a tutto ciò che sento a fior di pelle.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Della mia vita reale, in questo libro, c'è qualche ricordo dell'infanzia ma, soprattutto, sono presenti i miei sentimenti. Li ho distribuiti qua e là: nella descrizione dei paesaggi, nelle situazioni e nel carattere dei miei personaggi.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Scrivere quest'opera, per me ha significato appagamento, soddisfazione nel poter esprimere i miei sentimenti. Non sempre, nella vita, si riesce a fare.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta del titolo è stata la cosa più difficile, ne ho buttati giù parecchi e, alla fine, ho scelto quello che non avevo scritto, ma che sentivo sulla pelle.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Il Piccolo Principe. Perché, a distanza di anni, riesce ancora a emozionarmi. Così come mi ha emozionata Marianna Ucrìa di Dacia Maraini. Ecco, sull'ipotetica isola deserta, ci vorrei proprio lei! La carnalità con cui descrive molti dei suoi romanzi, un po' mi appartiene.



6. E-book o cartaceo?

In vacanza, siccome leggo molto e c'è un limite di peso per la valigia, sicuramente E-book, altrimenti, cartaceo!



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Ho deciso d'intraprendere la carriera di scrittore? Non lo sapevo... Wou! Che bella notizia! Quando ho iniziato a scrivere questo romanzo non ho pensato di intraprendere la carriera di scrittore, ma solo al piacere che mi dava la scrittura e al piacere che avrei potuto offrire ai miei lettori.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

L'idea di questo libro nasce pensando a tutte le vicende che mi sono state raccontate, quelle che ho sentito fra le chiacchierate della gente al bar, al mercato, nelle sale d'attesa di qualche ambulatorio, nell'osservare gli sguardi un po' smarriti dei passeggeri in autobus. Un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo riguarda l'immedesimazione che, un certo giorno, è nata spontanea proprio pensando a tutte le vicende che mi sono state raccontate, quelle che ho sentito fra le chiacchierate della gente al bar, al mercato, nelle sale d'attesa di qualche ambulatorio, nell'osservare gli sguardi un po' smarriti dei passeggeri in autobus. :-)



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Ancora non me ne sono resa conto.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

La prima persona che ha letto il mio libro, ma prima del libro, decine e decine di revisioni, è stata Angela, la mia amica del cuore. Addirittura, mi leggeva al telefono ogni nuovo capitolo, ogni nuova revisione. Avevo bisogno di sentire se c'era il ritmo giusto, le note al loro posto. Dopotutto, un romanzo è come uno spartito musicale, e deve avere una successione lineare dei suoni.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

La nuova frontiera dell'audiolibro... Perché, solo adesso? Quanta fatica risparmiata, per chi soffre di cecità! E per chi non ne è affetto, trovo che sia piacevole, rilassante, inoltre non stanca la vista. Ma è più impegnativo leggere o ascoltare?

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