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02 Set
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Intervista all'autore - Sebastiano Mangiagli

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nato ad Acireale, provincia di Catania, lì ho vissuto parte della mia infanzia con i miei nonni, fino a quando preadolescente, andai a vivere con i miei genitori in Germania, dove ho finito gli studi. Poi a metà anni novanta, mi trasferì a Parma dove vivo con mia moglie e mio figlio.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Il mio! Scherzo, o meglio, auspico che molti adolescenti leggano il mio libro, visto che è rivolto soprattutto a bambini e ragazzi. Oggi purtroppo, noto che la letteratura per ragazzi segue sempre gli stessi filoni, con gli stessi ingredienti: magia, distopia, fantascienza e azione. Naturalmente non ho nulla contro la letteratura fantasy ,purché scritta bene, ma credo che i romanzi per i ragazzi debbano avere anche una componente di formazione. Insomma dovrebbero insegnare qualcosa oltre che essere un piacevole passatempo.




3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Credo che l'avvento degli e-book sia un mezzo che integra i libri tradizionali, e può contribuire a diffondere la cultura, ma leggere un libro sfogliando le sue pagine e sentire l'odore della carta...Beh, è un'altra cosa.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Credo che leggere sia un amore che si coltiva nel tempo, leggendo.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

L'idea di scrivere questo libro, è maturata nel tempo. La scintilla è scoccata quando oltre dieci anni fa, lessi un articolo di una rivista che parlava dei "Myrmaracnidae", una specie di ragni, la cui forma del corpo è molto simile a quella delle formiche loro prede abituali, tanto da confondersi con loro. Quell'articolo mi colpì profondamente, tanto da non dimenticarlo più. Così circa due anni fa decisi di costruirci su una storia.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

In questo libro racconto la storia di un predatore e una preda, che diventano amici, pur essendo profondamente diversi. Viviamo in un periodo, dove assistiamo ad una recrudescenza della xenofobia e del razzismo. In questo libro tento di spiegare che, culture diverse possono essere complementari, e possono collaborare uniti per il miglioramento della società.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Ne ho preso coscienza gradualmente, ed è nata dalla voglia di raccontare e di ascoltare storie. Quindi nel mio caso il processo se vogliamo è stato inverso. Nasco come racconta storie e poi scrittore, nel senso che mi è sempre piaciuto raccontarmi e raccontare.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Quando ho dovuto scegliere i nomi dei protagonisti e dei personaggi che ruotano attorno a loro, non riuscivo a trovare il nome adatto dell'antagonista della storia. Finché, un giorno lessi in una etichetta da spedizione un nome, e mi son detto: "Questo nome è perfetto!"



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

Ci ho lavorato molto, ho cambiato e ricambiato alcune parti che non mi convincevano, ma non ho mai pensato di non finire l'opera a cui avevo dato inizio.



10. Il suo autore del passato preferito?

Ci sono diversi autori, uno in particolare che mi viene in mente e: Pierre Boulle. Credo che il suo romanzo "Viaggio a Soror" più comunemente conosciuto "Il pianeta delle scimmie", sia una pietra miliare della fantascienza. Ma poi è stato uno scrittore versatile, e non legato solo al tema della fantascienza, ma scrivendo anche libri storici. Nei suoi racconti c'è sempre una morale.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Credo che sia una frontiera interessante.

 


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