Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

Logo
Stampa questa pagina
21 Mag
Vota questo articolo
(1 Vota)

Intervista all'autore - Gabriele Velotti

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Napoli, dal suo cuore, sono nato nel rione Sanità e ci ho vissuto per tutti gli anni della giovinezza. Ho conseguito il diploma di geometra ed ho sempre lavorato in cantieri edili. Ho vissuto sempre fuori, su lavori in tutta Italia. Ho iniziato come impiegato e ho finito con appaltare lavori in proprio come direttore tecnico di impresa. Mi sono sposato nel ’62, separato nel’68, divorziato nel’84, risposato nel ’95. Ho avuto due figlie di cui una superstite e una mi ha lasciato per un tumore. Ho quattro nipoti. Con l'attuale moglie non ho figli e meno male!



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Tutte le ore non dedicate al sonno mi vanno bene.




3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Non ne ho, ho letto tutto il possibile fino ai 25 anni, dopo non più.



4. Perché è nata la sua opera?

Sono di poche parole, è sorta una curiosità, volevo capire se ero ancora capace di esprimere un concetto. Con la scrittura è più facile.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Molto poco, ho svolto un lavoro arido, ho fatto qualche viaggio al di fuori del paese, mi piaceva viaggiare soprattutto in auto, non amo la fotografia, amo le sensazioni, quelle che mi trasmettono la vista, l'olfatto, l'udito.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Non so rispondere, forse sono al di fuori della realtà e fingo di appartenerci.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Ho scritto vari racconti. In tutti c'è la mia fantasia, i miei desideri, ciò che ho avuto e quello che mi è mancato. Anche in questo racconto.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Sono abbastanza solitario, anche nello scrivere sono io e la mia mente.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

A mia figlia, è la mia lettrice privilegiata. Oddio! Spero che li legga i miei libri, lei dice di sì.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

No, una volta tutti correvano dietro al "pezzo di carta". Anche con la lettura è cosi, tu lo leggi il libro ma vuoi che ti rimanga qualcosa, anche la copertina è importante, ti trasmette emozioni e sensazioni. L'e-book non è così.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Sono troppo vecchio, forse fra qualche anno lo apprezzerò di più, la vista comincia a fare acqua.

 

 

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 


Articoli correlati (da tag)