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05 Mag
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Intervista all'autore - Alberto Fico

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere è dare vita a pensieri e immagini che mi porto dentro. È dare un'anima a persone ed eventi che chiedono di dare ancora un messaggio alle generazioni presenti e future. Terminata la scrittura si prova la stessa emozione di un padre che vede nascere il proprio figlio e col tempo lo vede camminare e crescere da solo.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

È presente tutta la mia professione, quella che vivo tra i banchi quando insegno ai miei alunni. È la mia vita vissuta quotidianamente attraverso la ricerca e l'applicazione.




3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

È la passione che si realizza, la volontà di conoscere il passato per farlo rivivere nel presente e consegnarlo alle generazioni future.Il frutto di un lavoro ultra decennale che finalmente prende forma e vita.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Scegliere il titolo è come dare il nome al proprio figlio; sembrava, inizialmente, facile, ma dovendo, poi, dare un significato al contenuto ha richiesto maggiore impegno e continui cambiamenti.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Il Segreto di Luca; Ignazio Silone è stato il primo scrittore che ho incontrato tra le mie prime letture, che mi ha insegnato a essere più empatico, ad entrare nell'animo dei personaggi e dei luoghi.



6. E-book o cartaceo?

Entrambi sono perfetti; ma il cartaceo lo ritengo più affine alla mia personalità. Tenere un libro tra le mani è come stringere quelle di un amico.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Non esiste un tempo ben definito; mi è sempre piaciuto affidare qualunque mio pensiero alla carta, indipendentemente dal fine ultimo.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

L'idea del libro di storia nasce dall'esigenza di porre fine alle tante riproposizioni quasi favolistiche delle origini dei popoli, in particolare della mia terra. Le tracce che trovavo man mano erano come voci che si levavano dal passato per avere nuova forma e corretta testimonianza.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Una grande soddisfazione; tornare a guardare gli appunti, le prime stesure e correzioni e vedere che hanno trovato una forma finale è simile alla gioia di un parto: prima la fatica, la stanchezza, poi la gioia della nascita.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Alcuni colleghi che mi hanno aiutato nella correzione; a loro devo l'incoraggiamento e il rinnovato entusiasmo quando sentivo la sfiducia prendere forza su di me.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

È certamente la nuova frontiera che rappresenta il futuro; ma spesso mi chiedo se chi legge sia in grado di trasmettere all'ascoltatore la stessa passione dell'autore.



 

 

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