Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

Logo
Stampa questa pagina
08 Mar
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Armando Serao

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Per formazione scolastica provengo da studi classici. Ho intrapreso gli studi di medicina credo condizionato dalla professione medica di mio padre. Nel corso degli studi di medicina mi sono indirizzato verso la chirurgia perché trovo questa disciplina un formidabile connubio di scienza e arte, arte medica nella sua manualità. Il desiderio di scrivere è nato casualmente quando trovai piacevole raccontare storie ai miei figli, che diventavano sempre più articolate e coinvolgenti per me stesso. Ne provavo piacere e mi procuravano un certo benessere interiore. La scrittura è venuta poi come una naturale evoluzione.




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

In genere la sera o il fine settimana. Il tempo che posso dedicarci è quello che mi lascia libero il mio lavoro, e non è molto.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Preferisco piuttosto autori classici. Mi piace la letteratura classica tedesca, come Hesse, ma anche russa. Naturalmente anche il genere fantasy e fra tutti Tolkien.



4. Perché è nata la sua opera?

Per un bisogno di evasione e di rappresentare nella scrittura personaggi e situazioni che racconto a me stesso. Durante la stesura di un romanzo sono io stesso coinvolto negli sviluppi della storia e del suo divenire. A lavoro compiuto resto come svuotato e privato della compagnia dei miei personaggi.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Credo molto poco. Piuttosto può avere avuto importanza la formazione educativa e il complesso di valori che mi ha trasmesso.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Penso piuttosto un' evasione dalla realtà. Non è semplice però discernere l'influenza che il nostro vissuto passato e presente determina nella passione di scrivere. Certamente tracce più o meno consapevoli della nostra vita e delle persone che abbiamo incontrato si mescolano alle storie che si scrivono.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

C'è sempre qualcosa di autobiografico in quello che si scrive. Assume forme e contenuti diversificati, ma non può non essere rappresentato sotto traccia. È' inevitabile.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Senz'altro i mie figli.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Ai miei figli appunto.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Il libro cartaceo non andrà mai perduto. Condivido e apprezzo le nuove vie di diffusione della letteratura in e-book, ma un libro che tocchi e vedi appartiene di più al tuo mondo e genera un coinvolgimento più profondo.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Sono molto scettico a riguardo.

 



 

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 

Martedì, 08 Marzo 2016 | di @BookSprint Edizioni

Articoli correlati (da tag)