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20 Feb
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Intervista all'autore - Rossella Martini

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivo e dipingo praticamente da sempre, quindi non saprei immaginare la mia vita senza carta, penna, inchiostri e colori. Chiaramente, quindi, penso che "fare arte", "creare", sia una cosa naturale, necessaria come respirare, ed emozionante come... intuire l'anima del mondo, decifrarla e interpretarla con il proprio personalissimo stile. E la gamma di ciò che si prova, specialmente scrivendo poesie, è infinita: penso sia analoga a quella che si potrebbe provare se si potesse fluire nell'universo e nel tempo senza i limiti del corpo!




2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Questa (come ogni mia opera) è la mia vita reale! Mentre scrivendo un romanzo ci si può sbizzarrire e molto gioca la fantasia (anche se lo spirito che vi aleggia è comunque quello dell'autore) scrivendo poesie non si può "barare", non avrebbe senso, e l'insieme risulterebbe finto e banale: addirittura sono convinta che sia più vero, più mio, quello che ho scritto che quello che ho vissuto (che mio malgrado ho vissuto), e che di certi fatti, storie, amori ed altre... mostruosità vissute resti solo quello che ho scritto, quel po' di poesia che sono riuscita ad estrarvi.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Quest'opera è stata il giro di boa, il punto in cui il senso del passato che è sfuggito ha incontrato l'insicurezza che precorre il futuro: è stata un affacciarsi nel senso struggente che impregna la vita.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Io parto sempre dal titolo, che è la sintesi estrema di ciò che voglio comunicare. Poi apro il "rubinetto", e quello che ho in mente mi travolge a ondate (che cerco di arginare in modo che i concetti possano essere compresi ed apprezzati dagli altri).



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Vorrei con me le opere dei nostri grandi italiani classici, in pratica tutti i volumi che ho in casa. Sono di parte, lo so, ma ritengo che una poesia tradotta abbia qualcosa di meno (o di più, se il traduttore è anche poeta!) rispetto all'originale. E poi io iniziai ha scrivere proprio perché "le poesie dei grandi aedi non mi bastavano mai" come ebbi già a dire, quindi...



6. E-book o cartaceo?

Entrambi: certo, l'e-book è pratico, economico, è il futuro del libro, ma il fruscio delle pagine, l'odore della stampa e la consistenza della copertina danno l'illusione che i concetti espressi siano meno precari, meno "parole al vento".



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Intanto, quella dello scrittore non è, non deve essere una carriera con gli orari e le scadenze (pena "sfornare" oggetti senz'anima): per me, è sempre stato (ed è) un piacere, una tentazione irresistibile, un modo alternativo e vero di intendere e registrare l'esistenza. Comunque, ho capito molto presto quanto fosse importante per me esternare ciò che avevo da dire: a 15 anni già avevo appunti scritti ovunque!



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

L'idea mi è venuta un giorno constatando la differenza tra la cura con cui riponevo dei fiori secchi e il non ricordare dove avessi messo le pergamene dei premi letterari vinti e della laurea: la percezione di quello che avrei dovuto rincorrere e non ho fatto, mi ha suscitato il ricordo di quando, da piccola, me ne stavo per ore con la testa per aria, completamente assorbita dai pensieri e totalmente incurante perfino di giocare con gli altri bimbi. Di conseguenza, l'opera è venuta da s'è.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Ha il sapore vero delle cose fatte per passione (come, in genere, tutto quello che ho fatto nella vita).



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Il mio compagno, ma solo in parte... così da prolungarne la sorpresa quando lo leggerà tutto.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Ha indubbiamente i suoi pregi.

 



 

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