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16 Dic
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Intervista all'autore - Maria Antonietta Loconte

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono nata a Milano. A causa di traumi importanti avuti in famiglia forse è cambiato il mio modo di vedere le cose e relativizzare i contorni. Non c'è stato un momento preciso in cui la scrittura ha deciso di far parte della mia vita. Arriva e in un momento se ne va per poi ricominciare. Le violenze subite forse hanno incentivato l'inconscio, esternando attraverso la scrittura, l'essenziale e la sintesi. Prediligo la poesia che è l'urlo che la sintesi dona silenzio al cuore, niente rumore solo parole.




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Può accadere in qualsiasi arco della giornata, ma prediligo la sera e la notte quando tutto si silenzia. Nel silenzio ritrovo parole e le incido sul foglio e se non lo faccio si perdono.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Non ho autori preferiti, dipende da cosa ricevo attraverso la lettura. Se devo avere una preferenza direi Bukowski senza ombra di dubbio.



4. Perché è nata la sua opera?

Le mie liriche sono nate in primis per me per tirare fuori l'urlo che ho dentro. Scrivendo la sensazione è quella di mettere a nudo la coscienza. Il timbro delle parole incise sul foglio ne sono la prova. Infine è nata per una forma di auto giustizia personale.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Diciamo che ha influito relativamente. Ci sono persone che si formano autonomamente al di la del contesto. Combatto attraverso la scrittura nella speranza di un mondo migliore. A volte sembra un'utopia ma ce la si può fare.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Per me è un modo di raccontare ciò che mi è accaduto con un finale che ambisce serenità. Vivere a volte è talmente difficile, che evadere soprattutto attraverso le poesie, è un modo per togliere tempo e spazio al peso che a volte può divenire opprimente.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Diciamo molto ma non tutto. Le mie poesie arrivano da sole posso essere ispirata da un film, da un racconto o da me stessa. Fondamentale è stata la scuola di scrittura, lì attraverso vari percorsi ho capito cosa sia più consono al mio sentire.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Sì, le amicizie importanti, quelle di anima. Poi me stessa.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

La prima pubblicazione l'ho fatta leggere a persone che ritengo abbiano un peso emotivo fondamentale nella mia vita.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Penso che sia comodamente fruibile anche se io personalmente adoro il cartaceo e il suo profumo.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Penso che sia una frontiera molto importante nello sviluppo letterario che associato al suono, da emozioni nel sentirlo dando una visione reale del romanzo.

 

 

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