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01 Set
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Intervista all'autore - Ignazio Cilia

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

È stato il momento in cui ho superato la mia diffidenza verso l'esterno. Quell'esterno a cui avevo da sempre donato un'immagine di invulnerabilità, nei riguardi della vita. Achille che nascondeva il suo tallone. Non ho saputo mai condividere con gli altri, chiedendo aiuto, pensando di avere abbastanza forza per superare tutto. Adesso, riconosco di aver fatto soffrire chi mi era vicino, e non aveva altro desiderio, che entrare nel mio guscio e stringermi. Ho sempre desiderato mostrare il mio intimo, mi sono invece ammantato di allegria e indifferenza. Scrivere, un desiderio a lungo covato, mi regala l'immenso piacere di lasciare fluire emozioni che tenevo per me soltanto.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Questo non è il primo esperimento letterario in cui mi sono tuffato, nel 2014 avevo già pubblicato "Una notte con lei" dove avevo tracciato un percorso di vita, descritto tramite una serie di poesie che vanno dal 1960 ad oggi, illustrandolo con una serie di miei dipinti anni settanta. In questo libro, invece, ho inserito solo alcuni fatti che riportano al mio passato, il racconto "Una notte con lei" è riportato come racconto di apertura.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

È stato un gioco liberatorio, che spero di poter continuare, aprendomi anche ad una più ampia narrativa.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta è stata conseguenziale ad uno dei miei dipinti. Il dipinto riportato in copertina era stato realizzato velocemente, in un attimo di grande tristezza, per uno dei tragici episodi circa gli sbarchi clandestini, e mentre buttavo giù violente pennellate, ha preso anche forma il racconto "Un tranquillo mare d'inverno".



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

La mia isola deserta esiste, e ci torno ogni qualvolta ho un'ora da dedicare a me stesso, o la sera andando a letto. Non esiste giorno, qualunque sia l'ora del riposo serale, che io non dedichi una buona mezz'ora alla lettura. Il fatto di vivere da solo mi favorisce in questo. Ho scoperto da poco Faletti scrittore e devo dire che lo trovo eccezionale.



6. E-book o cartaceo?

Decisamente cartaceo.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Era stato da sempre un pio desiderio accantonato, adesso il tempo è tutto mio, e vorrei goderlo.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Parlando con mia sorella, che è la storiografa di famiglia, ho accarezzato l'idea di fare un regalo alla memoria di mio padre Federico, un altro dei racconti.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

È una emozione che cresce, ogni foglio ti regala reazione orgasmica che vorresti non finisse mai.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Io.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Data la crescente tecnologia, credo sia un ulteriore ed indispensabile possibilità offerta alla conoscenza.



 

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