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22 Ago
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Intervista all'autore - Alessandro Carlomagno

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere per me è fotografare i sogni in modo da renderli vivi ed impressi su carta stampata. Quando scrivo mi catapulto all'interno di una dimensione profumata ed avventurosa, scostandomi dal mondo vero, per comporre la mia melodia fantasiosa che a gran velocità si armonizza in me, ovunque ed a tutte le ore...




2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Penso che ogni autore cela un pizzico di se all'interno dei propri scritti. “Il Marchese Mirko” ha molto di me, ma è il disegno di come vorrei che divenissero le vite umane, che sono tenera creta da plasmare, ed in quanto tali facili prede dell'oscuro mondo delle tenebre maligne...



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Scrivere il Marchese Mirko, la cui ispirazione iniziale è avvenuta nelle mura del Palazzo Marchesale di Castelluccio Inferiore, ha donato vita alle mura storiche di tutti i palazzi d'Italia, luoghi magici che hanno il potere di far parlare le proprie pietre, basta soltanto ascoltarle. Ogni capitolo va alla ricerca di uno straordinario sincretismo tra oriente ed occidente riuscendo a far convivere religioni profondamente differenti, tenendo la spada ben riposta nel fodero, ricercando le perle dei saggi predecessori, quelli che parlavano con parole che oggi non si usano più: nobiltà d'animo e di cuore. Ho sognato assieme alla tastiera del PC, quando le mie dita battevano lettere che divenivano frasi, poi pagine e capitoli, disegnando una tela di lettere con gli odori di un tempo, che non sono svaniti nel nulla, semplicemente non li si cerca...



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Le lettere che compongono il titolo del racconto sono state le prime che ho battuto sulla tastiera. Il nome Mirko è sempre stato di gradimento alla mia dolce metà, mia moglie. Tuttavia, in principio, era un nome che assumeva sembianze moderne per il testo, fulmineamente represse dalla volontà di non seguire una linea storica ed abbracciare la fantasia. Mirko racconta la storia così come io la vedo e la sogno quando leggo un romanzo o un libro, perché a me leggere fa sognare.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Disteso sopra il manto sabbioso di una fantastica isola deserta, certamente sognerei assieme al romanzo di Odisseo del grande Valerio Massimo Manfredi, per fantasticare di credere alla possibilità dell'impossibile, capace di farmi trarre in salvo da oscura sorte, per divenire un membro dell'equipaggio della nave Argo ed amico degli Argonauti.



6. E-book o cartaceo?

La versione e-book dello scritto rappresenta una meta importante ed innovativa per il mondo dell'editoria, che apre le porte al mondo futuro, quasi certamente digitalizzato. Tuttavia per me che amo il profumo della carta all'interno delle librerie, anzi l'adoro e, custodisco gelosamente i mie libri, percepisco un senso nostalgico al pensiero di sapere estinta la carta. Mi auguro che il giusto connubio della carta con il mondo digitalizzato riesca a convivere sempre.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Ancora oggi sogno di divenire scrittore, per il momento mi sento soltanto l'autore del mio libro ed osservo i maestri della scrittura, come Gleen Cooper, con ammirazione e stupore, cercando con umiltà di apprendere quanto più possibile.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Quasi tutti i capitoli sottolineano le profonde diversità tra popoli. L'esempio che mi piace descrivervi viene da me scritto nel regno di Hindibàd, Agib, Bakbarah e Ahmed: quando Mirko incontra il Principe Bakbarah fuori dalle mura del palazzo, intendo a supervisionare le misure del futuro lavoro di un nuovo granaio, gli chiese cosa fossero i segni che egli stava tracciando. Il principe incredulo rispose al giovane marchese, sono numeri. Il provincialotto Mirko aveva sempre creduto che quei segni erano diabolici e satana grazie ad essi aveva perverso gli Arabi.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

È un sogno che prende forma! È il mio sogno con una vera copertina! Quando a Torino al Salone Internazionale del libro ho preso tra le mani per la prima volta il MIO libro, mi sono commosso come ai tempi delle elementari, quando sognavo di guidare una monoposto di formula uno...



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

La mia prima lettrice è stata mia moglie Annafranca.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

L'audiolibro è il giusto equilibrio che abbraccia il fulmineo futuro ed il passato, che passeggia ad andatura lieve. Certo nelle culture paesane come ad esempio il mio Paese ancora ci vorrà del tempo per la condivisione, in quanto molto più indicato in megalopoli ove le distanze rappresentano ore. Tuttavia osservo l'evento con ammirazione e credo che anche i nostri pendolari un giorno sogneranno con gli auricolari, avendo la fortuna di leggere ad occhi chiusi.



 

 

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