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29 Lug
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Intervista all'autore - Monica Ravasio

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Mi chiamo Monica Ravasio, ho appena compiuto 51 anni e, per chi ci crede, sono del segno del Cancro e del Drago. Ultima di tre figli, arrivata in famiglia inaspettatamente, dopo dieci anni da mio fratello, e quattordici da mia sorella, ero coccolata da tutti:"Piccolina... le hai sempre tutte vinte" diceva mia madre ridendo, mio padre annuiva mi prendeva in braccio e mi stringeva forte. Mi amavano tanto ma avevo tre mesi, quando per motivi di lavoro mi diedero a Balia (dalle nostre parti si dice così). Tutte le domeniche verso sera mi portavano da mia zia, durante la settimana restavo lì fino il venerdì sera. Ero piccola ma ricordo a sprazzi, quell'angoscia che si manifestava ogni volta che mi lasciavano in braccio alla mia zia che, praticamente, mi ha cresciuta sino alla fine dell'età scolare.

Tenace e combattiva, come i miei genitori, ha visto la guerra ma a differenza di loro, lotta ancora con, o forse contro, la vita. In quella casa ho passato un' infanzia felice, poi sono cresciuta, a 16 anni ho iniziato a lavorare nell'attività di famiglia. Una volta all'anno, a turno, ci prendevamo un mese di riposo. Fu proprio durante una di queste vacanze, per altro invernali, che conobbi mio marito. Tempo sei mesi ed eravamo sposati, dopo due anni è nato nostro figlio, che oggi ha 29 anni e da tre felicemente sposato. Ha una sua attività a 300km di distanza da me ma è stata una sua scelta, d’altro canto anche io sono andata via da casa molto giovane quando mi sono sposata, e non me ne dispiaccio, visto che ancora oggi vivo e lavoro con mio marito. Siamo artigiani e i nostri clienti ci stimano, e di questo ne vado orgogliosa, come lo sono di aver avuto il coraggio di mettermi in gioco pubblicando il mio racconto. Sapere che altri lo leggeranno è una felicità incalcolabile!



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Consiglierei libri che descrivono con attenzione i luoghi, le usanze, le abitudini, e anche le religioni di ogni parte del mondo, così da dar vita alla fantasia sopita che i ragazzi tengono ben nascosta, perché ma troppo impegnati con i videogiochi.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Tenere tra le mani un libro, con le sue pagine ingiallite da girare una per volta, magari un racconto dimenticato sull'ultima mensola della libreria, ricominciare a leggerlo riempiendo la mente dei ricordi che porta con se è emozionante. Comunque penso che l'e-book sia utile e interessante, perché ti permette di avere molti titoli ad un prezzo inferiore al cartaceo e perché potrebbero sostituire quei volumi pesanti che riempiono gli zaini degli studenti.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Quando mia zia, mano nella mano, mi ha accompagnato al mio primo giorno di scuola ho varcato la porta della prima classe elementare entusiasta come tutti i bambini. L'unica differenza era che io sapevo già leggere e scrivere, ero cagionevole di salute e per paura che restassi indietro con il programma, durante l'estate avevo frequentato un dopo/pre scuola. In quarta elementare, lo ricorderò sempre, la maestra Elena ci diede da svolgere un tema libero. Riempii tre quarti di quaderno, con un racconto sugli alieni ! La maestra venne a casa mia e parlò con i miei genitori dicendogli che ero un pozzo di fantasia, e di farmi proseguire gli studi. Ma non fu così; a 16 anni lavoravo già con loro. L'amore per la scrittura è rimasto sempre nel mio cuore proprio come un colpo di fulmine che lascia il segno.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

La voglia di mettermi in gioco, con un sogno ad occhi aperti, proprio come il personaggio del mio racconto!



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Il mio messaggio è quello di non fermarsi mai davanti alle difficoltà perché la vita oggi può essere difficile e pesante, ma domani non si può sapere, l'importante è credere!



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Come ho già detto la mia passione è iniziata che non ero ancora adolescente, poi è continuata con poesie, fiabe brevi, piccoli racconti, che purtroppo posseggo in minima parte perché, le ho regalate o addirittura smarrite.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Non in particolare, solo qualche nome mi riporta ad amicizie purtroppo perdute per sempre.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

No, anzi l'ho stravolto un sacco di volte, era nato come un libro noir poi romantico alla fine è diventato un fantasy.



10. Il suo autore del passato preferito?

Mi ricorderò sempre quando mi regalarono "Cent'anni di solitudine" di Gabriel Garcia Márquez. Penso che sia uno, anzi il più bel libro che abbia mai letto.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Interessante. uando ero piccola vendevano nelle edicole le fiabe parlanti. Con quellr ho imparato a leggere, con il 45 giri c'era anche la favola illustrata e scritta, erano scorrevoli piene di sentimento, canzoni e tan altro; ma da lì ad incidere il racconto di un libro c'è una bella differenza. Quando si legge una cosa ad altri ci si deve impegnare a far capire tutto a chi ascolta, creando patos e non è facile.



 

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Mercoledì, 29 Luglio 2015 | di @BookSprint Edizioni

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