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23 Lug
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Intervista all'autore - Sabrina Rosa

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Piuttosto che usare il termine "emozioni" io mi soffermerei sulla parola "emozione" al singolare. Quando scrivo sono inebriata da una forte emozione. Le parole sono dipinti ricchi di emozione. È l'emozione che mi spinge a scrivere e allo stesso tempo è l'emozione che colora e riempie, tinge ciò che io scrivo tanto che poi sono le stesse parole a farmi emozionare. Per me scrivere è aprire il mio cuore e lasciare che ciò che c'è dentro esca e si tramuti in parole...per me scrivere è raggiungere la felicità infinita...quando scrivo sto davvero bene. Le parole sono ciò in cui mi rispecchio...si rispecchia la mia anima.




2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Innanzitutto il nome dei protagonisti delle tre storie che compongono il libro. Infatti Sabrina è il mio nome e Giuseppe è quello di mio marito. Poi, io sono innamorata follemente di mio marito e penso che eravamo destinati a stare insieme e siamo destinati a stare insieme...il nostro è un amore eterno che raggiunge l'infinito e va oltre ed è questo amore e il fatto di essere legati da una catena indissolubile e di essere destinati ad incontrarsi che emerge anche dal libro.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Scrivere questo libro per me ha significato dare all'inchiostro l'importantissimo compito di dipingere quell'amore infinito, eterno che nonostante le mille difficoltà alla fine riesce a coronarsi tra due persone destinate a stare insieme in cui credo molto. Scrivere quest'opera ha significato dare testimonianza che questo amore c'è, esiste e non solo nelle favole a cui magari raggiunta una certa età non si crede più...bisogna solo crederci!



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta del titolo è stata semplicissima anche perché penso che il titolo non sia altro che la parola chiave che racchiude tutto ciò di cui parla il libro o almeno nel suo significato più profondo, nei suoi tratti essenziali.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Il libro che vorrei con me è “Uno, nessuno e centomila” e lo scrittore è Luigi Pirandello perché penso come lui che in realtà non abbiamo un'identità statica e univoca ma indossiamo tante maschere in ogni istante che passa e la nostra identità sia dinamica, in continuo cambiamento e frammentata. L'istante successivo non siamo già più ciò che siamo stati nell'istante precedente.



6. E-book o cartaceo?

Sinceramente preferisco il cartaceo perché sono un'inguaribile romanticona tradizionalista e amo stringere il libro tra le mani quando mi accingo a leggerlo. Poi, a me piace trovare un piccolo posticino per tutti i miei libri preferiti nel mio scaffale personale e custodirli lì. Comunque sono consapevole del fatto che adesso i tempi son cambiati, la tecnologia si è evoluta, le esigenze delle generazioni moderne son cambiate quindi non ho nulla contro l'e-book.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

In realtà non c'è un quando e un perché, a me scrivere è piaciuto da sempre. La mano si muove da sola quando inizio a scrivere, naturalmente sempre spinta dal cuore. È favoloso come essa segua un cammino tutto suo e sconfini nei posti più strani e sperduti, insomma che hanno dell'incredibile, dell'impensabile...la mano esce dalla traiettoria della realtà! Quindi per me scrivere è naturale, ho sempre amato farlo e pian piano è cresciuto in me il sogno di scrivere dei veri e propri libri così da poter condividere questa mia passione con i miei lettori (sperando di trasmetterli la stessa emozione che provo io nel farlo) e così da poter fare della mia passione anche un vero e proprio lavoro.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Un giorno ho guardato negli occhi mio marito...ho sentito di amarlo tantissimo ed ho sentito l'esigenza di dover descrivere anche agli altri quell'amore così da poterli dare la speranza di crederci, di credere in qualcosa che semplicemente va oltre.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Un'emozione indescrivibile. Per non parlare della felicità di avercela fatta e di sentirsi fieri di sé. Quando il proprio lavoro lo conosci soltanto tu sei felice ma quando sai che la tua emozione è condivisa con altre persone che ti hanno dato e ti danno fiducia (i tuoi lettori) raggiungi la felicità infinita.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Mio marito. In un certo senso è per merito suo se conosco quell'amore incantato e indescrivibile che poi è diventato la linfa vitale della nascita di questo libro.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Come ho detto prima sono un'inguaribile romanticona tradizionalista...preferisco avere il libro sotto gli occhi e leggerlo io perché penso che anche dall'intonazione che gli si da dipende poi l'interpretazione dello stesso comunque come dicevo prima le esigenze son cambiate quindi non ho nulla in contrario verso quest'altro baluardo della tecnologia.


 

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Giovedì, 23 Luglio 2015 | di @BookSprint Edizioni