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14 Lug
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Intervista all'autore - Aldo Misefari

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nato in provincia di Messina quando la seconda guerra mondiale volgeva già al termine. Ho vissuto sempre a Messina dall’età di sei anni, tranne i quasi cinque anni trascorsi per motivi di studio a Roma all’Università Cattolica del S. Cuore e in USA a Winston-Salem (NC) alla Bowman Gray Medical School e a Charleston (SC) alla Medical University of South Carolina. Ho studiato pianoforte dall’età di undici anni fino al diploma, conseguito quando ero al 3° anno di Medicina, e ho frequentato la classe di composizione del Musicista Gino Contilli, superando prima della sua partenza da Messina il 1° step di esami, previsto al IV anno di studi. Ho intrapreso, subito dopo la laurea in Medicina, la carriera universitaria percorsa con regolarità e continuità prima come assistente, poi come professore incaricato e associato e infine, per quasi trenta anni, come professore ordinario di Immunologia. Sono in quiescenza da due anni.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Considerata la mia passione per la musica, consiglierei qualche libro sulla vita di Mozart. Dopo degli approcci più semplici, consiglierei le fondamentali biografie di Alfred Einstein e Bernhard Paumgartner.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Sono convinto che l’e-book, già oggi abbastanza diffuso, rappresenti il futuro dell’editoria. Alla mia età, tuttavia, trovo insostituibile il cartaceo, proprio per il piacere di sfogliare il libro pagina per pagina e per l’intima soddisfazione che si prova, sfogliandolo, di andare avanti e indietro, assaporandone quasi l’odore e il sapore.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

No, non credo si possa parlare (almeno nel mio caso) di colpo di fulmine. Fondamentale è la lettura dei libri altrui (e io ne ho letti parecchi, soprattutto da giovane) poi tutto nasce, quasi inconsapevolmente: il desiderio, il bisogno, la spinta a trasferire su un foglio di carta (io ho conosciuto il computer a 45 anni) pensieri, riflessioni, abbozzi di racconti o poesie, piccoli zibaldoni (senza volere minimamente fare paragoni, che sarebbero assurdi e irriverenti). Per me il bisogno di “sporcare” qualche foglio di carta con qualcosa di compiuto è venuto con la poesia. Poi magari dopo qualche anno cestinavo molti di questi fogli. Dopo due raccolte selezionate nella mia regione, ho stampato in esemplari fuori commercio ad uso dell’autore, altre quattro raccolte di poesie. La mia prima silloge poetica pubblicata seriamente è “Fra miti e sogni” (BookSprint Edizioni, 2012). Nel frattempo, oltre la poesia, maturavo l’idea di un romanzo musicale, pensato per anni, scritto frammentariamente e finalmente completato e pubblicato quattro anni fa. Non ho però trovato l’editore giusto, che mi soddisfacesse.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Il giudizio estremamente positivo di una mia collaboratrice all’università su una mia poesia dallo stesso titolo del presente racconto, che fa parte della silloge poetica di cui ho già detto (“Fra miti e sogni”, BookSprint Edizioni, 2012). Lei mi disse che la poesia era molto bella nella sua essenzialità, ma meritava di essere “ampliata” con un racconto più dettagliato. Ci ho pensato per un certo tempo e poi ho cominciato a scriverlo, accettando il suo consiglio.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

La bellezza della giovinezza, con i suoi ricordi che diventano talora rimpianti, i suoi sogni, i desideri, le delusioni, gli interrogativi, le speranze. Non ha caso ho posto all’inizio l’aforisma di Goethe: "La giovinezza è un’ebbrezza senza vino". Il racconto è una storia d’amore che può essere intenso e breve come quello vissuto dai protagonisti o più lungo e grigio come era stato quello della ragazza.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Non c’è dubbio che, prima di qualsiasi concretizzazione, il bisogno di scrivere nasce come un sogno, un desiderio, una necessità che si materializza con il tempo e magari si decide di pubblicare più tardi. Solo una mente eccelsa come Mozart può iniziare a scrivere a quattro anni ed essere incredibilmente matura a dodici.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Nessuno, a parte l’episodio della mia collaboratrice, di cui ho già detto.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

No. Ero certo che avrei completato e poi anche pubblicato. Posso semmai avere pensato, ma non dubitato, sui tempi di realizzazione.



10. Il suo autore del passato preferito?

Eugenio Montale per la poesia, Luigi Pirandello per la narrativa.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

È una tappa ancora più innovativa, avanzata, più “appealing” e quindi di sicuro successo con il passare del tempo. Personalmente, per quanto mi riguarda, il mio pensiero di “vecchio” non si discosta di molto da quello che ho già espresso sull’e-book.


 

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Martedì, 14 Luglio 2015 | di @BookSprint Edizioni