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27 Giu
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Intervista all'autore - Marina Urbani

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono nata e ho sempre vissuto a Roma. Amo la mia città e le mie radici. Sono sposata da 34 anni e ho due figli, una nipotina di tre anni e un altro nipotino in arrivo. Ho lavorato come baby sitter. Penso che la fantasia sia il motore della vita, è la spinta che aiuta a vivere la realtà con entusiasmo ed ottimismo. Fin da piccola immaginavo storie, che rimanevano solo a livello mentale, senza mai scriverle. La sera prima di addormentarmi viaggiavo con la fantasia. La molla che mi ha spinto a mettere per iscritto le mie idee è stata una trasmissione radiofonica "Miracolo italiano" su Radio Due. In una puntata s'incoraggiavano gli ascoltatori a fare qualcosa di nuovo, osando anche su cose mai fatte. Questo per sentirsi giovani, malgrado il tempo che passa bisogna sentirsi giovani dentro. L'idea mi è piaciuta e ho pensato di mettere su carta un racconto. La cosa mi ha soddisfatto e sono andata avanti.


2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Di solito la notte. Quando tutti dormono, spengo la tv e accendo il computer per scrivere.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Amo i romanzi di Kinsella. Leggo i libri di H.G. Weels, Giorgio Faletti. Amo anche leggere le saghe tipo “Twilight” e i gialli in generale.



4. Perché è nata la sua opera?

Ho passato un'estate stressante e triste per la malattia di mio padre. Quando la cosa si è risolta ho voluto dare una ventata di allegria alla tristezza di quel brutto periodo.Sono una persona ottimista e non voglio mai cedere ai periodi neri.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Ha influito molto, i personaggi dei miei racconti sono un misto tra realtà e fantasia. I nonni di cui parlo nel racconto di Fumilla sono i miei nonni paterni, mischiati con i miei genitori e ancora mischiati con me e mio marito. Il palazzo dove si svolge la vicenda è quello in cui vivevano i miei nonni. La storia è per metà inventata e per metà reale.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Una cosa non esclude l'altra. La fantasia aiuta ad accettare la realtà, ma andare troppo avanti con la fantasia può essere fuorviante. La realtà è la nostra vita e va accettata.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Nei racconti di Fumilla tantissimo, negli altri qualcosa. Penso sia inevitabile.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Mio marito che da anni mi incoraggiava a scrivere un libro e come ho già detto la molla è scattata dopo l’ascoltato del programma radiofonico "Miracolo Italiano".



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

L'ho fatto leggere a mia figlia che è la mia migliore amica e consigliera; poi a mio marito che mi ha sempre incoraggiato; infine a mio figlio e alla sua compagna. Quando tutti mi hanno dato un parere positivo ho deciso di provare a cercare un editore.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Credo di si anche se io personalmente amo il cartaceo.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Sono sicura che sarà utilissimo. Le novità sono sempre ben viste da me.

 

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Sabato, 27 Giugno 2015 | di @BookSprint Edizioni

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