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29 Gen
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L'isola dei passi perduti

Un medico che sfugge dal suo passato, una società che ostenta edonismo e opulenza, due omicidi con uno stesso sfortunato testimone oculare, un esperimento scientifico. Questo e molto altro è "L'isola dei passi perduti", il nuovo romanzo di Mario Bellaviti. L'opera, edita dalla BookSprint Edizioni e disponibile nel classico formato della brossure cartacea, unisce il giallo con la scienza, in un mix che cattura e coinvolge dall'inizio alla fine.
 
La trama. Il dottor Paolo Marsi, dopo tanta attesa, riceve finalmente la notizia che il suo incarico come medico a Zacinto, l'isola greca del Mar Egeo che fu patria di grandi artisti, tra cui Foscolo, è stato deliberato. Con una valigia piena di ricordi e di pensieri, verso un passato triste che vuole abbandonare, approda a Zante, dove entra subito in contatto con i nuovi concittadini, scoprendo come il chiacchiericcio e i sotterfugi siano l'elemento portante della vita sull'isola. Quando però assiste, involontariamente, a due omicidi, di cui viene anche implicitamente accusato dal PM locale, comincia per lui un calvario, che sembra pero terminare con l'incontro con Cristina… Ma nulla, a Zacinto, è quello che sembra.
 
244 pagine piene, intense, ricche di spunti di riflessioni (sull'essere umano, sul valore della religione e della scienza) e di conoscenza artistica, che arricchiscono già un libro di per sé molto valido. Ogni personaggio è ben descritto e presentato al posto giusto nel momento giusto, consapevole del suo ruolo all'interno della storia. Il lettore trova così ampi margini per entrare nelle vicende che coinvolgono i protagonisti, in un'immedesimazione immediata e diretta.
 
Medico specialista in gastroenterologia, il dottor Mario Bellaviti vive a Milano Due (Segrate) dividendosi tra studio, scrittura e amore, che sono i cardini della sua esistenza. Dice di sé che proviene dal nulla, ma "se volete sapere qualcosa di me, provate a riconoscermi negli spazi vuoti compresi tra le righe che ho vergato, negli 'omissis' o nelle parole non dette, all'ombra di un apostrofo, nell'esitazione di una virgola, nella verticalità imperativa di un punto esclamativo, nel quesito inevaso che sottende un punto di domanda". Il suo motto è: "la vita è un attimo… io ho sbagliato un istante".


 

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Martedì, 29 Gennaio 2019 | di @BookSprint Edizioni